Tracking Real-Time via GPS + Radar (i post sono visualizzati al di sotto di questa schermata)

Mostra Radar Svizzero - animazione
Mostra Radar Landi - animazione
Mostra Radar Landi - ultima immagine
Mostra Radar Liguria
Mostra Satellite visibile
GPS Tracking
STRUMENTAZIONE RIPRISTINATA !!! GPS attivo dalla prossima caccia

Opacità del Satellite: 20 | 40 | 60 | 80 | 100 %

Opacità del Radar Landi: 20 | 40 | 60 | 80 | 100 %

Opacità del Radar Liguria: 20 | 40 | 60 | 80 | 100 %


sabato 29 marzo 2008

A che quota arrivano le incudini dei Temporali?

Diversamente da quanto può sembrare, la quota alla quale si forma l'incudine delle celle temporalesche non è mai costante ma dipende da alcuni fattori sia stagionali che giornalieri.

Generalmente la quota alla quale si arresta la spinta convettiva coincide con la Tropopausa, che non è altro che lo strato che separa la Troposfera dalla Stratosfera. dato che passando dalla Troposfera alla Stratosfera l'andamento della temperatura subisce un inversione di tendenza le nubi torreggianti tendono a "bloccarsi" nel loro movimento ascensionale, dando vita alle classiche incudini temporalesche.

Il livello della Tropopausa varia con la stagione, passando da una quota di circa 15000/17000 metri in Estate a 8000/9000 metri in Inverno; le incudini dei temporali primaverili, infatti, presentano incudini che non raggiungono mai le altezze raggiunte per esempio in Luglio (e di conseguenza anche l'intensità dei fenomeni è minore dato il ridotto sviluppo verticale della nube).

Il livello dove la spinta di galleggiamento si arresta innescando il meccaniscmo di genesi dell'incudine è individuato tecnicamente con la sigla EL, che significa Equilibrium Level. L'EL non sempre coincide con la tropopausa, e nel caso esso si vada a posizionare ad una quota inferiore ad essa allora la nube temporalesca non raggiungerà la Tropopausa prima di arrestarsi, ma si fermerà una volta raggiunto l'EL.

La quota dell'EL è facilmente individuabile tramite i Radiosondaggi. Qui sotto posto un radiosondaggio relativo al 13 Agosto 2003:



Con la freccia rossa ho indicato il punto che ci permette di individuare la quota dell'EL; si tratta dell'intersezione che si viene a creare tra la TAP che nel suo movimento verso sinistra incrocia la curva di stato.
In questo caso l'EL si trova a circa 13000 metri. Cosa vuol dire? Vuol dire che nel caso si andassero a formare celle temporalesche esse potrebbero svilupparsi fino ad una quota di 13000 metri, per poi arrestarsi generando l'incudine.

Talvolta, in alcuni temporali particolarmente intensi, le correnti ascensionali riescono a "sfondare" il muro dell'EL spingendosi per qualche centinaio di metri oltre questa barriera: si tratta delle classiche Overshooting Top che quasi sempre accompagnano i sistemi supercellulari.



Esse si possono notare anche dalle immagini satellitari, sia all'infrarosso che al visibile.

Sul primo canale (infrarosso) si differenziano per il colore bianco brillante che assumono rispetto al resto dell'incudine:



Sul canale visibile è deciamente più facile individuarle:




venerdì 28 marzo 2008

Il CAPE l'abbiamo visto, ora scopriamo cos'è il CAP.

L'acronimo è quasi identico, ma si tratta di due parametri completamente differenti anche se rivestono entrambi una grande importanza nella previsione e nella dinamica convettiva.

Il CAP è identificato da uno strato di aria stabile, presente generalmente alle quote medie dell'atmosfera, che ostacola al convezione e quindi lo sviluppo di temporali.
Osservando un Radiosondaggio, il "tetto" del CAP si trova in corrispondenza del punto in cui la TAP si sposta dal lato sinistro a quello destro della curva di stato.

Nell'immagine sottostante il tetto del CAP è indicato con una freccia rossa:



Il CAP è spesso legato alle inversioni termiche presenti in atmosfera che anch'esse producono uno sbarramento all'ascesa delle termiche; pur non trattandosi quindi di una vera e propria inversione, il CAP si trova quasi sempre in corrispondenza di esse: non a caso, infatti, sempre dal radiosondaggio qui sopra si può notare come la curva di stato (la linea nera in grassetto più a destra) subisca una deviazione verso destra intorno agli 800 metri di quota - e nel contempo la curva del dew point sempre a partire dalla stessa quota subisce uno spostamento verso sinistra; il tutto sta a significare che da quella quota e fino al "tetto" del CAP è presente uno strato che impedisce la convezione nonostante ci sia la presenza di un forte CAPE (1300 j/kg).

Il terzo protagonista che si intreccia al CAP e all'inversione è il CIN (Convective Inhibition) che rappresenta l'energia disponibile a impedire l'innesco di moti convettivi. Esso è individuato al radiosondaggio da quell'area di colore rosso; il CIN assume valori negativi e in tale area la particella d'aria, essendo più fredda dell'ambiente circostante, tende a ricadere su se stessa mantenendo quindi l'atmosfera stabile come nelle più classiche situazioni da inversione termica. Più il CIN è negativo, più il CAP è forte.

Ma c'è un MA. La presenza di uno sbarramento alla convezione - che come abbiamo visto è identificato da questo connubio di tre fattori - non sta a significare che non ci sarà lo sviluppo di temporali nelle ore successive.
Il CAP fa come da "coperchio" all'energia potenziale presente in atmosfera: spesso e volentieri può rimanere ancorato nella sua posizione per tutta la giornata compromettendo ogni possibilità di convezione, ma può capitare che questo tappo salti via (e questo può succedere per l'ingresso di aria fredda in quota, o di un fronte al suolo...insomma per l'ingresso in scena di qualsiasi elemento che instabilizzi la colonna d'aria) dando il via ad una convezione esplosiva e imponente dato che in poche ore tutta l'energia ancorata in basso si "sfogherebbe" sottoforma di correnti ascensionali poderose con tutte le conseguenze del caso.

Insomma...il CAP da gioie e dolori ai cacciatori di temporali perchè è molto difficile capire se e quando potrà essere smantellato a favore della formazione di celle temporalesche.

giovedì 27 marzo 2008

Cos'è il CAPE ?

Vediamo cosa sta ad indicare questa sigla, molto importante nell'ambito della previsione dei temporali in Estate. I radiosondaggi in questo ambito ci vengono molto in aiuto.

CAPE sta a significare Convective Available Potential Energy, dal punto di vista fisico rappresenta una misura del lavoro svolto dalla spinta di galleggiamento che permette l'ascesa di una massa d'aria; si esprime in J/Kg. Esempio pratico: un CAPE di 2000 j/kg sta a significare che ogni chilo d'aria ha ricevuto, nella sua ascesa, un'energia totale di 2000 joule.

In soldoni, il CAPE rappresenta l'energia disponibile in atmosfera per la genesi di strutture temporalesche; è quindi facile intuire che più alto è il valore di CAPE più imponenti saranno gli updraft all'interno dei temporali. Non a caso il CAPE stesso è collegato alla velocità massima potenziale ascendente dell'updraft, indicata con Wmax:

Wmax = Radice di (2*CAPE)

Il CAPE è un parametro che si può reperire facilmente tramite i Radiosondaggi, sia dal punto di vista prettamente numerico sia da quello grafico.



- dal punto di vista numerico è identificato al lato del radiosondaggio
- dal punto di vista grafico è rappresentato dall'area compresa tra la curva di stato (linea nera più spessa) e la TAP (Theorical Air Parcel line).

Nella dinamica temporalesca assume un ruolo fondamentale la distribuzione di densità del CAPE stesso lungo tutta la colonna atmosferica. Cosa voglio dire esattamente? Ebbene, in linea di massima possono presentarsi 3 casi:

1) CAPE elevato e distribuito equamente lungo tutta la colonna
2) CAPE non elevato e presente soprattutto alle quote medio-basse (quindi osservando il grafico postato sopra si mostrerebbe "basso e cicciotto"
3) CAPE non elevato e distrubuito lungo tutta la colonna (area colorata più "allungata ed esile")

Generalmente un CAPE anche non elevato ma concentrato nella porzione bassa dell'atmosfera garantisce (se accoppiato ad altri parametri favorevoli allo sviluppo convettivo) temporali più intensi e probabili rispetto ad un CAPE distribuito più in altezza lungo quindi gran parte della colonna atmosferica. Questo perchè se il CAPE è concentrato in basso permette una spinta ascensionale maggiore, con più irruenza, permettendo la nascita di celle anche violente seppur apparentemente il valore numerico del parametro "preso così com'è" non sembrerebbe per nulla trascendentale.

La Supercella del 16 Marzo 2008 documentata in un articolo precedente si è generata molto probabilmente sfruttando un setup del CAPE proprio del tipo appena citato, ossia "basso e panciuto".


martedì 25 marzo 2008

Il collasso di una cella temporalesca visto dal satellite

Ci sono alcuni segnali chiari e tangibili che si riconducono alla senescenza di un temporale allorquando non si presenta più la spinta ascensionale che lo mantiene attivo. Il satellite visibile spesso ci aiuta ad indentificare questi comportamenti.
(cliccate sulle tre immagini pubblicate per vederle più grandi)

Il tutto si è verificato ieri, Lunedì 25 Marzo. Nulla di particolare, è giusto precisare. Nel pomeriggio, comunque, erano presenti alcune piccole celle temporalesche sull'Est Lombardia, nella zona del Lago di Garda.

La vita di un temporale è mantenuta dalla presenza delle correnti ascensionali che, alimentate dall'aria calda presente alle basse quote, mantengono "su" tutto il sistema temporalesco.

All'interno del temporale, però, sono presenti ovviamente anche le correnti discendenti che accompagnano le precipitazioni (pioggia, grandine o neve che sia). Ebbene, in un classico ciclo di vita di una cella temporalesca prima o poi arriva il momento nel quale queste correnti discendenti (downdrafts) prevalgono su quelle ascendenti (updraft) tagliando i rifornimenti al sistema portandolo quindi al collasso.

Il collasso di un temporale assomiglia allo sgonfiamento di un palloncino, e le correnti che fuoriescono dalla cella stessa sottoforma di outflow si possono notare facilmente attraverso un'immagine satellitare a piccola scala.



Osservate la cella temporalesca sul Lago di Garda: durante l'animazione di vede chiaramente come "collassa" su se stessa. La sua corrente discendente, una volta impattata sul suolo, si espande verso l'esterno; essa è identificata da quella linea di macchioline bianche (cumuli o fractus) che con un comportamento radiale si allontanano dalla cella temporalesca, di cui rimane soltanto l'anvil, ossia l'incudine ormai non più rifornita dal basso.

Da questa mappa (fonte: www.centrometeolombardo.com) si evince l'outflow del temporale dalla direzione dei venti, che seguono la direzione di espansione di quella linea di cumuli citati poco fa, assumendo una direzione opposta al flusso di vento prevalente in quel momento sulla Regione.



Nelle aree interessate da questo fenomeno locale si registra anche un calo della temperatura, associato all'aria più fredda in uscita dalla cella temporalesca.


sabato 22 marzo 2008

Anche l'occhio vuole la sua parte

Una rassegna delle più belle immagini relative ai temporali, per lo più Made in USA.






















MCS --> Mesoscale Convective System

Vediamo cosa sono queste particolari strutture temporalesche che spesso e volentieri si generano in Pianura Padana nei peggioramenti estivi allorquando mancano i presupposti per la genesi di temporali supercellulari.




Dunque, gli MCS sono strutture temporalesche generalmente estese ed intense e vanno a generarsi in seguito alla fusione di più temporali. Il terreno più fertile per il loro sviluppo è:

- presenza di energia disponibile molto elevata
- scarso wind-shear
- assenza di jet-stream in quota

Gli MCS a volte raggiungono estensioni immense, anche oltre 200/250 km, e possono comportare delle alluvioni-lampo nelle aree interessate. Sia al radar che al satellite si distinguono per l'elevata estensione e per la presenza di varie aree con noccioli precipitativi.

Ecco qualche immagine in proposito:







Ecco un chiaro esempio di MCS sviluppatosi in Pianura Padana il pomeriggio del 28 Giugno 2003:



Cacciare gli MCS è abbastanza semplice data la loro estensione e quindi visibilità anche a grande distanza. Attenzione: il rischio maggiore è sempre rappresentato dalle alluvioni-lampo nonchè dalle grandinate che possono raggiungere dimensioni considerevoli anche se non eccezionali come per esempio nei sistemi supercellulari.

CIAO ragashish

giovedì 20 marzo 2008

Tutto sulla Supercella di Domenica 16 Marzo

Ho messo giù un articolo sull'evento, se volete fare un salto a vederlo CLICCATE QUI.

Buona Lettura, ciao ciao

lunedì 17 marzo 2008

Ieri è successo l'incredibile....

Una Supercella di un'intensità totalmente fuori da ogni logica si è abbattuta in Lombardia, partendo dal varesotto passando per Milano e finendo la sua corsa nel mantovano. In rapporto alla stagione e alle condizioni di partenza ha mostrato delle potenzialità pazzesche, assolutamente imprevedibili e che la fanno rientrare di corsa nella categoria degli eventi eccezionali. Se fosse successa a Luglio sarebbe stato un macello.





La bestia si è formata nel varesotto tra le 17 e le 18. Una volta conquistata la media pianura è esplosa, assumendo in poche decine di minuti tutti i tipici caratteri supercellulari:

- nucleo a fondoscala autorigenerante
- traiettoria a sè stante, ossia diversa dalla level guide dominante
- presenza di fulminazioni continue
- venti forti sia di inflow che di outflow
- mesociclone sulla sua coda con rotazione evidentissima
- grandine di eccezionali dimensioni, segno di correnti ascensionali fuori dal comune all'interno della cella.
- permanenza dell'intensità per oltre 3 ORE senza mai indebolirsi
- torri dell'updraft maestose con incudine tipica da temporale a Supercella
- V-Notch esemplare al radar

Ecco qualche immagine della cella, sia dal sat che dal radar :






Numerose le segnalazioni di danneggiamenti alle carrozzerie delle auto, soprattutto a Milano, ma anche oltre...nel Lodigiano.
Insomma, abbiamo assistito ad un evento fuori da ogni previsione, che ha assunto un'intensità pazzesca considerando il periodo e soprattutto le condizioni di partenza.

In alcuni paesi della provincia di Milano si segnalano chicchi di grandine grossi come limoni e arance !!!

A breve realizzerò un reportage del fenomeno...a presto

ciao a tutti!

domenica 16 marzo 2008

Questa volta i Tornadoes hanno flagellato la costa Est.

Incredibile outbreak tornadico la scorsa notte nelle aree orientali degli Stati Uniti; una sinottica apparentemente non preoccupante ha invece scatenato una serie di Supercelle che ha più riprese hanno colpito grandi cittadine come Charleston e Atlanta provocando danni e vittime.

Il tutto è durato circa 6/7 ore, iniziando nel pomeriggio e terminando a sera inoltrata rendendo quindi ancora più difficili le misure di sicurezza dato il buio. SPC inizialmente aveva previsto un Moderate Risk per le zone in questione; poi, a evento praticamente cominciato, ha emesso un High Risk - queste aree non vedevano un High dal 1984 !!



L'imponente wind-shear che si registrava in quelle ore ha permesse la genesi di una "striscia" di Supercelle Tornadiche, una dietro l'altra e categoricamente tutte con rotazione ben visibile. Già dagli scatti radar si capiva che il tutto stava prendendo una brutta piega:



Su una TV americana ho potuto seguire LIVE tutta l'evoluzione, dato che c'era un canale dove 4/5 meteorologi si alternavano mantenendo la popolazione aggiornata con immagini satellitari, radar, zoomate, avvisi, allerte, collegamenti con inviati sul posto...insomma nulla sfugge agli americani quando si parla di temporali (altro che il "Meteo & Oroscopo" che abbiamo qui in Italia).

Alla fine del tutto si registrano 31 Tornado, con numerose altre segnalazioni di venti molto forti e grandinate di grosse dimensioni (5/8 cm).



Il numero delle vittime per ora è 4.

Aggiornerò questo post in caso di importanti aggiornamenti a riguardo.

C I A O

mercoledì 12 marzo 2008

Cos'è il Wind Shear ?

Si tratta di un parametro estremamente importante nell'ambito dei temporali e va considerato pressochè sempre in fase di previsione. Non è difficile da capire, anche grazie alle numerose informazioni reperibili su Internet.




Da definizione, il wind shear consiste nella variazione della velocità e della direzione del vento su una distanza, che può essere verticale o orizzontale. Siccome i temporali sono strutture che si sviluppano in altezza, appare intuitivo il fatto che a noi interessa maggiormente il wind-shear verticale.

Il wind-shear può essere di tipo:

1) positivo - quando salendo di quota il vento proviene da direzioni che ruotano in senso orario. Per fare un esempio pratico, immaginiamo un vento da S/E al suolo, da Sud alle medie quote e da Ovest alle alte quote. Ecco, quello è un wind shear positivo, e si tratta in pratica della vorticità ciclonica che va a favorire la convezione e quindi i temporali.

2) negativo - quando salendo di quota il vento proviene da direzioni che ruotano in senso antiorario. E' l'opposto del precedente, corrisponde alla vorticità anciticlonica che va quindi a sfavorire la convezione.

Attraverso i radiosondaggi è possibile osservare il comportamento del vento con la quota. Prendiamo per esempio il seguente RS (RadioSondaggio):



Alla destra del grafico potete vedere i vettori che indicano la direzione del vento alle varie quote; in questo caso siamo in presenza di shear positivo, dato che al suolo i venti sono orientali e col salire della quota "ruotano" in senso orario.

Finora vi ho parlato solo del wind-shear direzionale. E' bene comunque indicare anche la presenza dello speed-shear, che consiste nella variazione di velocità del vento con la quota. Anch'esso comporta un'intensificazione degli updraft nelle celle temporalesche dato che un aumento progressivo della velocità del vento con la quota comporta un generale "risucchio" di aria dal basso per colmare il deficit di pressione che si viene a generare. La figura sottostante riassume bene la differenza tra i due tipi di wind-shear:



Ricapitolando: la presenza di wind-shear positivo è fondamentale per una convezione forte e prolungata, considerando anche il fatto che le Supercelle sono strutture temporalesche con moto rotatorio....e quindi per forza di cose incentivate dal wind-shear.

Successivamente vedremo come si possa suddividere il wind-shear anche in altezza, ossia di basso o alto livello...classificazione utile soprattutto per capire le reali potenzialità tornadiche di un'eventuale supercella in azione.

CIAO !

La Tornado Alley si sta preparando...

Dalle mappe di oggi appare sempre più probabile una situazione esplosive fra qualche giorno nelle pianure centrali americane. Siamo solo in Marzo, ma quest'anno finora ci ha insegnato che le sorprese sono in agguato.

La "classica" configurazione da Tornado in USA: affondo di una saccatura a Ovest delle Montagne Rocciose, e successivo spostamento verso Est con richiamo di aria caldo-umida dal Golfo del Messico. Risultato: mix perfetto per temporali violenti.








Al prossimo aggiornamento su questa situazione vedremo anche cosa ne pensano i previsori americani stessi.

CIAO!

lunedì 10 marzo 2008

Temporali ad asse verticale o obliquo. Che significa?

Si tratta di un concetto importante al fine di identificare al meglio la consistenza di una cella temporalesca e tutte le possibili varianti che la accompagnano. Radar e Satellite sono i due strumenti più preziosi per riuscire a fare una perfetta classificazione.

I temporali, se considerato il loro asse, si suddividono in due categorie:

1) temporali ad asse verticale
2) temporali ad asse obliquo


I primi sono generalmente più diffusi, comprendono le classiche multicelle e si contraddistinguono per i seguenti aspetti:
- si generano in assenza di un forte wind-shear
- si generano in assenza di jet-stream in quota, con velocità del vento quindi non elevate.
- Inflow debole e alla lunga condizionato fortemente dall'outflow, che predomina.
- Disturbo a vicenda tra inflow e outflow

Ecco una rappresentazione molto chiara (cliccate sull'immagine per vederla più grande):



La figura stessa riassume perfettamente il ciclo di vita di questa tipologia di temporali, con la corrente fredda discendente che col passare del tempo tende a interrompere la fornitura di energia alla corrente ascensionale portando al collasso la cella temporalesca.

I temporali ad asse obliquo, invece, hanno le seguenti peculiarità:

- si generano in presenza di moderate o forti correnti alle alte quote (jet-stream)
- sono estremamente favoriti da un wind-shear positivo
- favoriscono la genesi di violente grandinate
- mostrano le due correnti (inflow e outflow) separate con la diretta conseguenza che non vanno a disturbarsi, garantendo quindi...
- ... un ciclo di vita più lungo da parte della cella temporalesca.



Nei temporali ad asse obliquo rientrano le Supercelle, che appunto presentano un updraft inclinato; di conseguenza le correnti discendenti non vanno a disturbarlo permettendo un generale mantenimento dell'intensità della cella temporalesca che può rimanere attiva anche per diverse ore.

Sia al satellite che tramite il radar si possono individuare queste due tipologie di temporali.

Temporali ad asse verticale:





Appare chiara l'assenza di venti in quota data la mancanza di "strisciate" a bassa riflettività che seguono le correnti in quota.

Il tutto si capisce meglio dopo aver visto le seguenti immagini, riferite invece a temporali ad asse obliquo:





Appare chiara la differenza !

E' bene ricordare che nonostante i temporali ad asse obliquo siano decisamente i più pericolosi e più intensi, anche quelli ad asse verticale possono riservare forti precipitazioni e anche discrete grandinate, soprattutto in presenza di elevati valori energetici.
Tuttavia, se ci si trova di fronte ad una cella con un asse inclinato bisogna sicuramente stare attenti perchè può riservare sorprese da un momento all'altro. Non a caso, come detto poco fa, le Supercelle (che sono i temporali più intensi in assoluto) rientrano nelle celle con asse obliquo.


sabato 8 marzo 2008

Le varie tipologie di Supercelle: vediamo quali sono.

Ne esistono 4 tipi: si tratta in tutti i casi di temporali intensi e pericolosi, ma mostrano alcune differenze e peculiarità.
- Supercella Classica
- LP Supercell
- HP Supercell
- MiniSupercelle


1) Supercella Classica

Essendo "classica" possiede tutte le tipiche caratteristiche del temporale supercellulare. Quali sono? E' presto detto:
- Flanking Line
- FFD
- RFD
- Inflow Notch
- V-Notch
- grandine
- Eco ad uncino dal radar
... e ovviamente updraft rotante.

Le Classiche sono generalmente quelle più pericolose, sopravvivono ovviamente grazie alla rotazione delle sue correnti ascensionali e vanno a generare i Tornado più violenti (questa non è una regola, ci sono le dovute eccezione). Vanno a generare wall cloud ben definite, e sono quasi sempre strutture ad asse obliquo, quindi favorite dalla presenza di jet-stream in quota;

2) Low Precipitation Supercell (LP Supercell): si tratta di supercelle che generano poche precipitazioni come da definizione. Presupposto di ciò è la presenza di aria non molto umida alle medio-basse quote che non permette la caduta di precipitazioni significative in seno al sistema; tuttavia, è molto più favorita la grandine.
Si tratta di supercelle la cui genesi è favorita dalla presenza di CAPE non eccessivamente alti, un forte shear e da intrusioni secche alle medie quote troposferiche: è uno scenario che accade di frequente nel Nord-Italia al passaggio di linee secche nella stagione estiva.
Una peculiarità di questa tipologia di Supercella è la fotogenicità: la relativa scarsità di piogge permette una visione quasi completa della struttra temporalesca che spesso presenza formazioni nuvolose incredibili; ma attenzione, se mancano le piogge...come dicevo poco fa è la grandine a diventare protagonista: spesso i chicchi ce cadono da queste supercelle sono di dimensioni pazzesche (palle da baseball, arance).



Siccome RFD e FFD non sono chiaramente definiti e "complementari" come nelle Supercelle Classiche, nelle LP Supercell difficilmente si generano Tornado particolarmente forti dato che viene a mancare la classica occlusione che porta alla formazione del vortice.
Ultima chicca da ricordare: al radar non è facile indivduare questi temporali, dato che possiedono scarse precipitazioni. Molto meglio un'analisi visiva se possibile...e poi via di scatti fotografici !

3)High Precipitation Supercell: generano precipitazioni consistenti e sono lente nel loro movimento. A differenza delle classiche sono associate a venti per lo più deboli alle alte quote, con conseguente attenuazione dell'inclinazione del sistema (asse più verticale) e successiva intrusione delle precipitazioni nell'area di updraft del temporale che va pian piano a indebolire l'intero sistema. Mostrano una forma allungata a mo di fagiolo e sono chiaramente visibili al radar, con tanto di eco ad uncino ben delineato.
Nell'area di risucchio si genera un eco radar chiamato Forward Flank Notch, che viene definito dagli appassionati anche come "gabbia dell'orso", ossia l'area a maggior rischio Tornado, che in queste Supercelle spesso è di difficile individuazione anche per colpa delle cospicue precipitazioni che ne limitano la visibilità in pochi chilometri.
Una peculiarità è la possibilità di evoluzione in Bow Echo di queste Supercelle.
Data la grandissima quantità d'acqua presente nel temporale la grandine non raggiunge quasi mai dimensioni catastrofiche.



Un esempio chiaro e lampante di HP Supercell è quella del 02 Maggio 2007, che ho spiegato in questo articolo. Quel temporale possideva tutte le caratteristiche tipiche di una HP Supercell.

4)MiniSupercelle: Sono le supercelle più diffuse nel Nord-Italia, si generano con CAPE medio-basso, molto shear nei bassi strati e convergenza associata a linee secche tipiche dei nostri posti. Possono generare Tornado anche se di categoria non superiore a F3. Al radar sono visibili e mostrano tutti i connotati tipici da Supercelle, anche se su scala più ridotta rispetto alle precedenti.

Precisazione fondamentale da tenere sempre in considerazione: tutte le considerazioni fin qui fatte sono puramente teoriche, così come la suddivisione delle Supercelle nei 4 tipi appena visti. Ci possono essere tantissime varianti che vanno oltre a questa suddivisione...e questo va tenuto in considerazione, ricordandosi che un fenomeno non esclude a priori un altro!

CIAO A TUTTI

Le 2 Tipologie di Tornado: Landspout e Mesociclonico.

Tra i due ci sono alcune differenze, due su tutte l'origine e l'intensità. Anche se si tratta pur sempre di Tornado in entrambi i casi!

Tornado Mesociclonici: si vanno a generare esclusivamente alla base di temporali a Supercella, quindi di strutture già dotate di moto rotatorio al loro interno. Sono i più intensi in assoluto, sia in termini di danni che di punte massime di vento.
La genesi di un Tornado mesociclonico richiede per forza di cose alcuni fattori presenti, come detto poco fa, solamente nelle Supercelle:
1) updraft corposo e prolungato nel tempo
2) RFD (Rear Flank Downdraft) - per una migliore comprensione di questo punto vi rimando a questo sito.
3) rotazione del sistema



I Tornado dalla categoria F2 in avanti sono quasi sempre mesociclonici, e tutti i fenomeni tornadici possenti accaduti in Pianura Padana lo sono. Per citare qualche esempio recente:

- Tornado della Brianza, 07/07/2001
- Tornado di Guidizzolo (MN) - 09/07/2007

Tornado non mesociclonico (LandSpout): si tratta di vortici che si vanno a generare anche in assenza di strutture supercellulari dotate di tutti i connotati tipici quali wall cloud e updraft rotante; data questa loro peculiarità, i Tornado non mesociclonici non sono quasi mai particolarmente pericolosi e intensi e appaiono quasi sempre con forma allungata e sottile.



A differenza dei precedenti, questi Tornado non hanno riscontro visivo al radar (attraverso la genesi dell'eco ad uncino alle spalle della Supercella) e sono quindi più difficili da individuare in assenza di un'analisi visiva sul posto.
Vengono chiamati Landspout (quelli che colpiscono la terraferma) e Waterspout (le classiche trombe marine).
Si tratta in assoluto della tipologia di Tornado più diffusa sul nostro paese, in quanto i vortici di origine mesociclonica da noi sono decisamente rari;

Una peculiarità riguardante questi Tornado è che sono estremamente favoriti dall'azione di dry-line (linee secche), che a livello locale vanno ad incrementare notevolmente la vorticità in associazione alla convergenza di masse d'aria provenienti da diverse direzioni.

E' bene ricordare che i Landspout sono sempre e comunque dei Tornado!! E quindi provocano danni, a volte anche ingenti. Non vanno assolutamente sottovalutati.


lunedì 3 marzo 2008

E via, si parte! Prime previsioni di quest'anno.



Commento: nelle ore pomeridiane possibilità di temporali nelle aree indicate in cartina. Si tratterà di fenomeni sparsi derivanti dall'azione di una linea secca, la quale potrebbe incentivare la genesi di mini-supercelle.

Validità: Martedì 04 Marzo 2008

Martedì 04 Marzo: che ci scappi il primo temporale dell'anno?

Siamo ancora molto indietro con la stagione, ma una serie di fattori mi portano a dire che forse domani pomeriggio qualche area della Pianura Padana potrebbe vedere il primo temporale dell'anno.

Il tutto sarà merito di un bell'ingresso di aria fredda in quota unito ad un setup apparentemente buono anche alle basse quote. Infatti:

1) si verrà a creare un buon gradiente termico verticale, con una -34°C a 500hPa e +10/+12°C al suolo.
2) a piccola scala sembra confermata una decisa dry-line sulla Lombardia; linea secca derivante dallo scontro tra la massa d'aria più calda e secca in entrata da N/W e quella più fredda e umida da Est.



Senza entrare troppo nei particolari dico che i presupposti per la formazione di temporali ci sono, considerando anche l'orario favorevole (ore pomeridiane, quindi con il Sole bello attivo).
Vedremo domani gli aggiornamenti cosa ci diranno...in quanto sembrerà strano, ma con le mappe attuali sono chiaramente possibili delle mini-supercelle da linea secca. Siamo solo ai primi di Marzo, è vero...però ieri c'erano 25°C ... e non sembrava Marzo!

CIAO

sabato 1 marzo 2008

Qualche dato e curiosità sul Tuono.

il Tuono è un fenomeno conosciuto a tutti, e ha delle "peculiarità" nell'ambito dei temporali. Per esempio: come mai il tuono si sente a distanza maggiore quando il temporale si allontana rispetto a quando si avvicina?

La risposta è presto detta: innanzitutto bisogna considerare due aspetti fondamentali che vanno a modificare l'intervallo massimo di udibilità di un tuono; si tratta dell'umidità relativa e la direzione del vento.
Un'umidità relativa alta presuppone grandi quantità di vapore acqueo che vanno a ridurre la densità del volume d'aria con conseguente diminuzione della velocità del suono: in soldoni, il tuono si sente a una distanza minore rispetto a quando c'è umidità più bassa.
Per quanto riguarda il secondo fattore, i due casi sono i seguenti:
1) il temporale in avvicinamento aspira aria verso di sè, e quindi i tuoni si sentiranno a distanza più breve (una decina di km).
2) il temporale in allontanamento, dato che "butta fuori" l'aria dalla sua parte posteriore verso l'osservatore, permetterà al tuono di farsi sentire ad una distanza maggiore (una trentina di km).
Ecco svelato il motivo per il quale i tuoni si sentono per più tempo quando un temporale si allontana rispetto a quando si avvicina.