Al mattino sveglia presto, si deve andare in Università a lavorare per la tesi. Il cielo è bello sereno ma fosco, ben più fosco di quanto ci si poteva attendere; nel corso di una pausa dò uno sguardo veloce alle mappe: sono stra-migliorate!
Contatto Davide e confermo la mia intenzione di andare a caccia nel pomeriggio, anche lui la vede bene e fissiamo quindi l’appuntamento per le 3 a casa sua. Verso le 13 torno a casa e osservo la stazione: 19° di dew point…spettacolo considerando che il giorno prima viaggiavo sui 12°C. Il setup termodinamico per il tardo pomeriggio si potrebbe rivelare esplosivo grazie soprattutto ai 100 nodi di getto che scorreranno a 9000 metri di quota.
Ore 14.30 parto con tutta la strumentazione a bordo, connessione internet e GPS che finalmente sembrano funzionare senza problemi.
Arrivo da Davide e decidiamo il target: zona Greggio-Arborio, nei pressi della A4 dopo Novara. Si tratta di posti che ormai conosco abbastanza bene dopo innumerevoli cacce, e sono posti ideali per cacciare, sia come visuale sia come strade.
Intorno alle 16 arriviamo a Greggio, ci posizioniamo in un parcheggio all’ombra e attendiamo. Sappiamo bene che la convezione dovrebbe partire in prima serata, ma è sempre meglio arrivare prima per osservare tutta l’evoluzione evitando così errori banali. Il clima è molto caldo e afoso, ci sono circa 20° di dew point che insieme ai venti in quota creano un mix spettacolare di energia per i temporali. Mentre il tempo passa discutiamo del più e del meno dando un occhio, ogni tanto, agli ultimi aggiornamenti dei modelli…ma ormai ciò che conta è il nowcasting, con vista, fiuto e immagini radar. Si fanno le 18.30 e decidiamo di spostarci ad Arborio per osservare meglio i primi tentativi di convezione verso il biellese. Incredibile quest’oggi osservare le “teste” dei cb che si muovono a velocità supersonica, sintomo di immense correnti in quota (un getto a 100 nodi in piena estate è assai raro alle nostre latitudini)
Ogni 10 minuti osserviamo l’aggiornamento della moviola satellitare e capiamo che ormai è questione di poche decine di minuti, il fronte è sulle alpi occidentali e se deve fare qualcosa la deve fare entro una-due ore al massimo. I minuti passano e la linea di celle presente a Ovest comincia ad intensificarsi, ma mantenendo sempre una traiettoria S/W- N/E, passandoci quindi davanti e muovendosi verso le Alpi. Poi, verso le 19 circa, inizia a cambiare qualcosa...
Verso W/SW scorgiamo la base di una nuova cella...aguzziamo la vista e notiamo che quella base mostra qualcosa di strano; saliamo in macchina e ci dirigiamo verso la cella in questione e mentre ci avviciniamo capiamo che ciò che avevamo intravisto è uno splendido lowering, estremamente basso e compatto! La convezione è partita a dovere ormai, inizia a esserci turbolenza in cielo...
Arriviamo a Buronzo (VC) dove troviamo una bellissima postazione che guarda su tutto l’orizzonte Ovest; ci fermiamo, ci armiamo di digitale e cavalletto e ci posizioniamo a fare riprese e fotografie; è la cella giusta, quella che ci attendevamo...si sta sviluppando a Ovest di noi e scorre verso N/E lanciando qualche fulmine nube-terra molto coreografico. Il lowering, intanto, si dissolve e viene riassorbito; la base della cella, tuttavia, resta compatta anche se non sembra nulla di trascendentale. La presenza del Sole in fase di abbassamento sull’orizzonte inizia a rendere l’atmosfera molto bella, creando colori suggestivi ideali per delle belle foto temporalesche. L’aria è calmissima, immobile, non si muove una foglia...e c’è afa, molta afa.
Passano circa 10 minuti quando, di colpo, qualcosa inizia a cambiare: i fulmini si fanno più frequenti, la base della cella si “movimenta”, aumenta la turbolenza nel cielo...nel giro di un paio di minuti il temporale cambia direzione e si avvicina più velocemente di quando aveva fatto fino a quel momento, ci punta.... decidiamo quindi di tirare su tutto il materiale e di allontanarci, un po’ preoccupati. Chiudiamo i cavalletti, ci spostiamo velocemente verso l’auto...i fulmini nube-terra si fanno sempre più frequenti e vicini a noi...
Saliamo in auto e rientriamo in Buronzo, cercando di ripercorrere la strada dell’andata che porta ad Arborio. Ma ci confondiamo un attimo, e ciò ci porta a prendere la strada provinciale che porta a Balocco. Saranno passati si e no 50 secondi da quando siamo saliti in auto e il cielo si fa minaccioso con una velocità alquanto strana, ma ci sono le case del paese e non riusciamo a scorgere nulla, se non che i fulmini stanno aumentando sempre di più la loro frequenza. Inizia a salire un po’ di tensione, sappiamo bene che con il setup di questa giornata il rischio grandinate è elevatissimo e rimanere intrappolati in un temporale sarebbe molto rischioso.
Prendiamo la strada in direzione di Balocco (VC)...stiamo uscendo da Buronzo ormai, mancano poche case....
Usciamo da Buronzo, di fronte a noi la classica distesa di pianura con visuale perfetta. Io e Davide, insieme, giriamo lo sguardo verso destra e capiamo che sarà il MACELLO: a circa 1 km da noi vediamo un’immensa nube di polvere nerastra scorrere a tutta velocità lungo la pianura, parallela a noi. Qualcosa di grandioso, spettacolare, di mai visto...volgiamo lo sguardo ancora più a destra e ci compare di fronte un gust front terrificante. Nel giro di soli 5 minuti la cella è letteralmente collassata generando un downburst devastante che stava dando vita a venti lineari incredibili i quali avevano sollevato e scaraventato quella nube di polvere e detriti a 2/3 km davanti alla shelf cloud, nube di polvere alta qualche decina di metri.
Non servono ne immagini satellitari ne immagini radar, capiamo immediatamente che la situazione si stava facendo brutta e quindi inizio a schiacciare sull’acceleratore. Sfiga vuole che davanti a me mi trovo 2 TIR che vanno a 40 km/h...per qualche secondo gli sto dietro, ma poi Davide di colpo mi fa “Andrea, ma cos’è quella roba lì?!?! Grandine, grandine, ci sono virghe densissime, in fondo sta scomparendo tutto, ci sta raggiungendo!!” A quel punto non avevo scelta, dovevo scappare via a tutti i costi: supero quei due TIR, mi lancio a tutta velocità in direzione di Balocco, il paese in fondo alla strada provinciale che stiamo percorrendo. La tensione e l’adrenalina stanno salendo vertiginosamente, percepisco a pelle il pericolo, sapevo che dovevo per forza sfuggire a quella bestia altrimenti era la fine per la carrozzeria della mia auto (come mi presentavo a casa poi??). Entro velocissimo in Balocco e, grazie all’aiuto di Davide, riusciamo a imboccare la giusta strada...”l’autostrada, dobbiamo prendere l’autostrada!!” Esco da Balocco, l’atmosfera è da brividi, la shelf cloud è estesa dietro di noi per 180°, mentre io schiaccio a fondo l’acceleratore Davide non riesce più a trovare aggettivi per descrivere ciò che vedeva fuori dal finestrino, diceva soltanto “ci raggiunge, ci raggiunge, ci sta raggiungendo...sta scomparendo tutto dietro di noi”. Io, dopo aver sentito quelle parole, guardo il tachimetro e leggo 110 km/h.....E’ proprio la lettura di quel valore che, per la prima volta da quando vado a caccia di temporali, mi fa salire un senso di timore e impotenza verso la Natura...mi ripetevo “ma come fa a raggiungerci? No è impossibile, è impossibile!”. Sono attimi incredibili, di pura adrenalina, i fulmini cadevano con una frequenza impressionante intorno a noi, si sentivano dei veri e propri “boom” nonostante avessimo i finestrini ben chiusi...dietro di noi il gust front avanzava come un rullo inarrestabile, era un mix di elementi a renderlo pauroso nel vero senso della parola. In quei momenti è come essere in quei film dove si scappa per esempio da un’esplosione, con la fiammata che ti tampina dietro a pochi metri e tu riesci in modo miracoloso a rimanerne sempre fuori per un niente!
Mancano ormai 800 metri all’ingresso in autostrada; ormai sono pezzatissimo, tensione e paura a mille, la shelf cloud è immensa e assolutamente unica....
Il cartello mi dice di svoltare a sinistra, lo faccio a manetta e per pochi secondi mi ritrovo il gust front sulla mia sinistra, e resto sbigottito.........volgo lo sguardo a sinistra e lo vedo avanzare in modo DEVASTANTE, era come una tempesta di sabbia che arrivava a tutta velocità inglobando tutto ciò che incontrava, vedevo scomparire tutto ad una velocità mai vista prima. Il muro è ormai a 200/300 metri da noi, la strada gira a destra, poi sempre dritto...siamo ormai a 300 metri dall’ingresso autostradale, manca solo un’ultima svolta a sinistra. L’adrenalina raggiunge livelli epici, percepiamo di essere ad un passo dal finire inghiottiti da un temporale violentissimo e pericolosissimo. 200 metri..... 150 metri...ultima svolta a sinistra, ma prima della svolta sulla nostra destra abbiamo un piccolo cascinale...ed è quì che siamo stati spettatori di un altro fenomeno unico e incredibile: poco prima di prendere l’ultima svolta prima del casello, da dietro al cascinale vediamo sopraggiungere a velocità supersonica una nube di polvere marrone-nero alta un 4/5 metri: un’immagine indelebile, indescrivibile...bisogna essere sul posto e viverla al momento; quella nube che ci stava piombando addosso era un ulteriore segnale dell’irruenza di quel gust front che era ormai a 100/200 metri da noi. Pensavamo ormai di non farcela più e rimanerne fuori, ma l’istinto mi porta a schiacciare a fondo l’acceleratore anche dopo l’ultima svolta a sinistra...mi fiondo al casello, il muro di pioggia, grandine e polvere è a 50 metri da noi, sulla mia sinistra. Prendo il biglietto, la sbarra si alza.....viaaaa! A tavoletta salgo sul cavalcavia che poi mi porta giù sulla carreggiata Est della A4, abbiamo il fronte del temporale al di là della carreggiata opposta, dietro il NULLA, non si vedeva niente, si stava inglobando tutto. La tensione è sempre a mille, ma ormai iniziamo a capire che ce l’abbiamo fatta...siamo incredibilmente fuori, sulla macchina non è caduta una goccia di pioggia, siamo riusciti a mantenere intatto quell’equilibrio che per 10 minuti ci lasciava fuori dal macello per quei 500/600 metri che non cambiavano mai, incredibile!
Il tachimetro segna 120 km/h ma il temporale non molla, scorre velocissimo, praticamente alla mia stessa velocità...ero estasiato e nello stesso tempo esterrefatto nel non riuscire a staccarmelo di dosso nonostante andavamo a quella velocità, io e Davide non capivamo come era possibile, non avevamo mai visto una roba del genere.
Raggiungiamo l’uscita di Greggio, ma il temporale è sempre dietro di noi...appiccicato...”boh, ma che è sta roba?!” pensavo, così come lo pensava Davide. La shelf cloud è estesa lungo tutto l’orizzonte Ovest, lo spettacolo che regala è splendido con continui fulmini nube-terra poco davanti al muro di pioggia e grandine. Il gust front è minacciosissimo, lo riesco ad intravedere dallo specchietto retrovisore, ci sono fractus molto bassi e turbolenti, in certi momenti sembra quasi di assistere a movimenti rotatori tipici da struttura mesociclonica.
L’auto viaggia, siamo sempre a 120 km/h e raggiungiamo Novara, ma il temporale si stacca di pochissimo, ce lo abbiamo dietro a non più di 3-4 km !! Ci fermiamo in una piazzola a fare qualche foto, ma ci sono molti ostacoli (tra cui la TAV) che impediscono di osservare la parte più intensa del temporale che si trovava nell’angolo meridionale dello stesso.
Arriviamo a Mesero (MI) e decidiamo di uscire, il temporale arriva a Mesero con noi...ci lascia il tempo di piazzarci sotto un cavalcavia e poi ci passa sopra seppur indebolito rispetto a una mezz’ora prima. Dura pochissimo, 10 minuti, e poi scappa via...quando usciamo da sotto il cavalcavia si vede già l’incudine lampeggiante che scorre veloce verso Milano, a Ovest cielo stellato e limpido, aria ferma e fresca....tutto finito. Finita una giornata di caccia epica e irripetibile, finita la fuga dal gust front più minaccioso che entrambi abbiamo mai visto, finita la fuga da un temporale che ha sviluppato un downburst con venti molto probabilmente fino a 200 km/h che hanno letteralmente sventrato una serie di case e cascine....case e cascine che si trovavano a meno di 1 km da noi, in quella strada da Buronzo a Balocco dalla quale abbiamo visto, sulla nostra destra, un cielo da brividi. Il nostro fiuto non ci ha tradito, bastava scappare 2 minuti dopo e non avremmo avuto scampo....ma è andata bene, ora si pensa alla prossima caccia...
Ecco i danni creati dal mostro. Venti molto probabilmente fino a 200 km/h.