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martedì 26 febbraio 2008

I segni premonitori dell'arrivo dei temporali.

A volte l'osservazione visiva arriva fin dove le mappe meteorologiche non possono arrivare. Non capita di rado di carpire l'arrivo di temporali semplicemente guardando il cielo qualche ora prima. Vediamo quali sono i segnali principali da tenere in considerazione.




Considerando il clima particolare della Pianura Padana, uno dei segnali assolutamente necessari per la formazione di temporali è la presenza di umidità nell'aria. L'igrometro che tutti noi conosciamo ci da sicuramente un aiuto in quanto ci permette di sapere qual è la percentuale di vapore acqueo presente nell'aria...ma da solo a volte non basta. Perchè? Ebbene, perchè l'igrometro ci da il valore di umidità presente dove c'è lo strumento stesso, e quindi negli strati prossimi al terreno. Ma per la formazione di un temporale è molto importante che sia presente molta umidità anche alle quote superiori. Per questo sono stati inventati i Radiosondaggi (di cui parlerò in un altro articolo), ma anche solo attraverso l'analisi visiva si può capire se l'aria è umida o meno. Lo si può fare osservando la quantità di foschia presente nonchè la colorazione del cielo stesso: giornate afose, con cieli più bianchicci con visibilità che non supera i 30 km sono senza ombra di dubbio un ottimo punto di partenza per la formazione di temporali; al contrario, cieli belli limpidi e azzurri con visibilità oltre i 50 km non sono sicuramente un buon indizio.

Sarebbe tutto troppo semplice, però, se bastasse soltanto vedere il cielo fosco per dire "oggi fa il temporale" ;-) Infatti il 70% delle volte una giornata calda e umida non si risolve con un temporale, semplicemente perchè il punto di partenza c'è e lo abbiamo appena visto (l'umidità), ma manca l'innesco per "sfogare" questa umidità sottoforma di nubi temporalesche. Capire se ci sarà o meno questo innesco è in assoluto l'analisi più difficili per un previsore anche esperto!

In ogni caso, esistono alcuni segnali che accostati alla presenza di cieli afosi possono portare a prevedere correttamente la formazione di temporali nelle ore successive:

1) altocumuli castellani:



Rappresentano un segnale di instabilità dell'aria, e si presentano generalmente 6/10 ore prima della formazione delle celle temporalesche. Si muovono in "banchi" seguendo le correnti alle medio-alte quote.

2) la direzione e l'intensità del vento: prima dell'arrivo di un peggioramento temporalesco il vento diventa sempre protagonista. Perchè? Perchè si assiste quasi sempre ad una sua intensficazione unita ad un cambiamento di direzione, che generalmente va ad orientarsi perpendicolarmente alla direzione di avanzamento degli eventuali nuclei temporaleschi. Per esempio, poniamo caso che per le 16 arrivano dei temporali da Ovest; ebbene, già qualche ora prima il vento il più delle volte si orienta da Est o S/E via via intensificandosi.

3) Carpire la Turbolenza. Si tratta di un'analisi decisamente difficile ad un occhio non esperto, eppure spesso da risultati incredibili anche senza sfiorare nessuna mappa meteorologica. Carpire la turbolenza significa osservare tutto ciò che accade in cielo, dal colore, alle nubi, alla loro direzione, al vento...insomma osservare tutti i parametri con le loro continue modifiche per arrivare alla conclusione finale "fra poco arriva un temporale". Si tratta più che altro di sensazioni che si sviluppano con l'esperienza, quindi col passare degli anni. Di solito sono i più vecchiotti a sorprendere i giovincelli con frasi del tipo "me lo sento, è tutto chiaro...oggi pomeriggio fa un temporalone". E a volte accade proprio così!!


Secondo il mio parere sono questi tre i principali fattori da considerare se si vuole provare a capire se qualche ora dopo può arrivare un temporale. E' importante ricordarsi, comunque, che si tratta di osservazioni soggette ad errori, a volte anche colossali. D'altronde se i temporali sono in assoluto il fenomeno più difficile da prevedere......un motivo ci sarà ;-))



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