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martedì 25 marzo 2008

Il collasso di una cella temporalesca visto dal satellite

Ci sono alcuni segnali chiari e tangibili che si riconducono alla senescenza di un temporale allorquando non si presenta più la spinta ascensionale che lo mantiene attivo. Il satellite visibile spesso ci aiuta ad indentificare questi comportamenti.
(cliccate sulle tre immagini pubblicate per vederle più grandi)

Il tutto si è verificato ieri, Lunedì 25 Marzo. Nulla di particolare, è giusto precisare. Nel pomeriggio, comunque, erano presenti alcune piccole celle temporalesche sull'Est Lombardia, nella zona del Lago di Garda.

La vita di un temporale è mantenuta dalla presenza delle correnti ascensionali che, alimentate dall'aria calda presente alle basse quote, mantengono "su" tutto il sistema temporalesco.

All'interno del temporale, però, sono presenti ovviamente anche le correnti discendenti che accompagnano le precipitazioni (pioggia, grandine o neve che sia). Ebbene, in un classico ciclo di vita di una cella temporalesca prima o poi arriva il momento nel quale queste correnti discendenti (downdrafts) prevalgono su quelle ascendenti (updraft) tagliando i rifornimenti al sistema portandolo quindi al collasso.

Il collasso di un temporale assomiglia allo sgonfiamento di un palloncino, e le correnti che fuoriescono dalla cella stessa sottoforma di outflow si possono notare facilmente attraverso un'immagine satellitare a piccola scala.



Osservate la cella temporalesca sul Lago di Garda: durante l'animazione di vede chiaramente come "collassa" su se stessa. La sua corrente discendente, una volta impattata sul suolo, si espande verso l'esterno; essa è identificata da quella linea di macchioline bianche (cumuli o fractus) che con un comportamento radiale si allontanano dalla cella temporalesca, di cui rimane soltanto l'anvil, ossia l'incudine ormai non più rifornita dal basso.

Da questa mappa (fonte: www.centrometeolombardo.com) si evince l'outflow del temporale dalla direzione dei venti, che seguono la direzione di espansione di quella linea di cumuli citati poco fa, assumendo una direzione opposta al flusso di vento prevalente in quel momento sulla Regione.



Nelle aree interessate da questo fenomeno locale si registra anche un calo della temperatura, associato all'aria più fredda in uscita dalla cella temporalesca.



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