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mercoledì 17 giugno 2009

Interpretare il CAPE

La questione "CAPE" è spesso discussa durante la stagione estiva; il motivo è semplice: il CAPE rappresenta l'energia potenziale per lo sviluppo convettivo e quindi risulta il parametro più visualizzato sulle mappe per prevedere i temporali. Tale parametro viene espresso in j/Kg ed esprime - come dice l'acronimo "Convective Available Potential Energy - l'energia potenziale che la Troposfera può liberare per lo sviluppo di nubi convettive.

Tutti noi, ogni qualvolta osserviamo le mappe di previsione, abbiamo a disposizione una previsione del CAPE a vari orari durante la giornata, e su questo siamo già fortunati. Ma ci sono alcuni punti su cui bisogna soffermarsi per poter capire come interpretare correttamente questo parametro.

1) Il CAPE è un parametro "ideale"
2) Il CAPE è un parametro estremamente dinamico, sia nel tempo sia nello spazio. E' dinamico nel tempo in quanto può cambiare nel giro di poche ore ma anche di poche decine di minuti. E, allo stesso modo, è dinamico nello spazio: si possono avere valori di CAPE distanti anche 500/1000 j/kg nel giro di 30 km.
Ed è proprio questo il punto su cui ragionare quando si guardano i modelli di previsione: ad oggi nessun modello matematico è in grado di avere un passo di griglia tale da inglobare le differenze massime di CAPE che si possono verificare nella dinamica atmosferica. Tutto è in continua evoluzione, bisogna ricordarlo SEMPRE.
3) Ma allora le previsioni del CAPE che vediamo sui modelli servono o no?
Certo che servono, ma vanno interpretate. Per prima cosa, non bisogna mai considerare il valore numerico della previsione del modello; tale valore spesso è "ideale". Per una corretta interpretazione bisogna innazitutto conoscere il modello stesso (attraverso analisi passate) e successivamente considerare il CAPE previsto come un'ampia forbice di valori; giusto per fare un esempio, se il modello prevede 1000 j/kg di CAPE, la nostra testa deve già ricordarsi che, a seconda delle zone, ce ne potranno essere 500j/kg così come 1500j/kg. Non bisogna considerare, quindi, il valore assoluto in sè, bensì la tendenza che quel modello ha nel mostrare tali valori. Mi spiego meglio: se un giorno un modello prevede 1000 di CAPE e un altro giorno prevede 2000, non dobbiamo considerare i due valori in sè, bensì fare una considerazione del tipo: nel secondo giorno ci sarà più CAPE del giorno prima. Partendo da quest'ultima frase, vi rimando al punto successivo...
4) il CAPE è un parametro che cambia in seguito al cambiamento di moltissimi fattori. Per esempio, per aumentare il CAPE l'atmosfera può escogitare diversi modi:
- abbassamento termico in quota
- aumento termico nei bassi strati
- aumento dell'umidità nei bassi strati
- iniezione secca alle quote medie
- ingresso di vorticità
- scorrimento del getto in quota
....e questi sono solo i principali, ce ne saranno altri che noi ancora non conosciamo.
Come vedete, regna troppa dinamicità nell'atmosfera per ridurre il CAPE ad un singolo valore e prenderlo come tale; i fattori appena elencati cambiano rapidissimamente durante un peggioramento del tempo, e come detto prima cambiano sia nel tempo che nello spazio!

Ricordarsi, quindi, di considerare il CAPE come un parametro indicativo, che dipende da tanti altri fattori che vanno considerati prima di osservare il valore numerico del CAPE che prevede il modello di previsione.


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1 commento:

Bruno Stucchi ha detto...

Pelo nell'uovo: Joule si scrive con la maiuscola J e non j.