Tracking Real-Time via GPS + Radar (i post sono visualizzati al di sotto di questa schermata)

Mostra Radar Svizzero - animazione
Mostra Radar Landi - animazione
Mostra Radar Landi - ultima immagine
Mostra Radar Liguria
Mostra Satellite visibile
GPS Tracking
STRUMENTAZIONE RIPRISTINATA !!! GPS attivo dalla prossima caccia

Opacità del Satellite: 20 | 40 | 60 | 80 | 100 %

Opacità del Radar Landi: 20 | 40 | 60 | 80 | 100 %

Opacità del Radar Liguria: 20 | 40 | 60 | 80 | 100 %


mercoledì 29 luglio 2009

24 Luglio 2009 – Una caccia irripetibile

Al mattino sveglia presto, si deve andare in Università a lavorare per la tesi. Il cielo è bello sereno ma fosco, ben più fosco di quanto ci si poteva attendere; nel corso di una pausa dò uno sguardo veloce alle mappe: sono stra-migliorate!

Contatto Davide e confermo la mia intenzione di andare a caccia nel pomeriggio, anche lui la vede bene e fissiamo quindi l’appuntamento per le 3 a casa sua. Verso le 13 torno a casa e osservo la stazione: 19° di dew point…spettacolo considerando che il giorno prima viaggiavo sui 12°C. Il setup termodinamico per il tardo pomeriggio si potrebbe rivelare esplosivo grazie soprattutto ai 100 nodi di getto che scorreranno a 9000 metri di quota.

Ore 14.30 parto con tutta la strumentazione a bordo, connessione internet e GPS che finalmente sembrano funzionare senza problemi.

Arrivo da Davide e decidiamo il target: zona Greggio-Arborio, nei pressi della A4 dopo Novara. Si tratta di posti che ormai conosco abbastanza bene dopo innumerevoli cacce, e sono posti ideali per cacciare, sia come visuale sia come strade.

Intorno alle 16 arriviamo a Greggio, ci posizioniamo in un parcheggio all’ombra e attendiamo. Sappiamo bene che la convezione dovrebbe partire in prima serata, ma è sempre meglio arrivare prima per osservare tutta l’evoluzione evitando così errori banali. Il clima è molto caldo e afoso, ci sono circa 20° di dew point che insieme ai venti in quota creano un mix spettacolare di energia per i temporali. Mentre il tempo passa discutiamo del più e del meno dando un occhio, ogni tanto, agli ultimi aggiornamenti dei modelli…ma ormai ciò che conta è il nowcasting, con vista, fiuto e immagini radar. Si fanno le 18.30 e decidiamo di spostarci ad Arborio per osservare meglio i primi tentativi di convezione verso il biellese. Incredibile quest’oggi osservare le “teste” dei cb che si muovono a velocità supersonica, sintomo di immense correnti in quota (un getto a 100 nodi in piena estate è assai raro alle nostre latitudini)

Ogni 10 minuti osserviamo l’aggiornamento della moviola satellitare e capiamo che ormai è questione di poche decine di minuti, il fronte è sulle alpi occidentali e se deve fare qualcosa la deve fare entro una-due ore al massimo. I minuti passano e la linea di celle presente a Ovest comincia ad intensificarsi, ma mantenendo sempre una traiettoria S/W- N/E, passandoci quindi davanti e muovendosi verso le Alpi. Poi, verso le 19 circa, inizia a cambiare qualcosa...

Verso W/SW scorgiamo la base di una nuova cella...aguzziamo la vista e notiamo che quella base mostra qualcosa di strano; saliamo in macchina e ci dirigiamo verso la cella in questione e mentre ci avviciniamo capiamo che ciò che avevamo intravisto è uno splendido lowering, estremamente basso e compatto! La convezione è partita a dovere ormai, inizia a esserci turbolenza in cielo...

Arriviamo a Buronzo (VC) dove troviamo una bellissima postazione che guarda su tutto l’orizzonte Ovest; ci fermiamo, ci armiamo di digitale e cavalletto e ci posizioniamo a fare riprese e fotografie; è la cella giusta, quella che ci attendevamo...si sta sviluppando a Ovest di noi e scorre verso N/E lanciando qualche fulmine nube-terra molto coreografico. Il lowering, intanto, si dissolve e viene riassorbito; la base della cella, tuttavia, resta compatta anche se non sembra nulla di trascendentale. La presenza del Sole in fase di abbassamento sull’orizzonte inizia a rendere l’atmosfera molto bella, creando colori suggestivi ideali per delle belle foto temporalesche. L’aria è calmissima, immobile, non si muove una foglia...e c’è afa, molta afa.

Passano circa 10 minuti quando, di colpo, qualcosa inizia a cambiare: i fulmini si fanno più frequenti, la base della cella si “movimenta”, aumenta la turbolenza nel cielo...nel giro di un paio di minuti il temporale cambia direzione e si avvicina più velocemente di quando aveva fatto fino a quel momento, ci punta.... decidiamo quindi di tirare su tutto il materiale e di allontanarci, un po’ preoccupati. Chiudiamo i cavalletti, ci spostiamo velocemente verso l’auto...i fulmini nube-terra si fanno sempre più frequenti e vicini a noi...

Saliamo in auto e rientriamo in Buronzo, cercando di ripercorrere la strada dell’andata che porta ad Arborio. Ma ci confondiamo un attimo, e ciò ci porta a prendere la strada provinciale che porta a Balocco. Saranno passati si e no 50 secondi da quando siamo saliti in auto e il cielo si fa minaccioso con una velocità alquanto strana, ma ci sono le case del paese e non riusciamo a scorgere nulla, se non che i fulmini stanno aumentando sempre di più la loro frequenza. Inizia a salire un po’ di tensione, sappiamo bene che con il setup di questa giornata il rischio grandinate è elevatissimo e rimanere intrappolati in un temporale sarebbe molto rischioso.

Prendiamo la strada in direzione di Balocco (VC)...stiamo uscendo da Buronzo ormai, mancano poche case....

Usciamo da Buronzo, di fronte a noi la classica distesa di pianura con visuale perfetta. Io e Davide, insieme, giriamo lo sguardo verso destra e capiamo che sarà il MACELLO: a circa 1 km da noi vediamo un’immensa nube di polvere nerastra scorrere a tutta velocità lungo la pianura, parallela a noi. Qualcosa di grandioso, spettacolare, di mai visto...volgiamo lo sguardo ancora più a destra e ci compare di fronte un gust front terrificante. Nel giro di soli 5 minuti la cella è letteralmente collassata generando un downburst devastante che stava dando vita a venti lineari incredibili i quali avevano sollevato e scaraventato quella nube di polvere e detriti a 2/3 km davanti alla shelf cloud, nube di polvere alta qualche decina di metri.

Non servono ne immagini satellitari ne immagini radar, capiamo immediatamente che la situazione si stava facendo brutta e quindi inizio a schiacciare sull’acceleratore. Sfiga vuole che davanti a me mi trovo 2 TIR che vanno a 40 km/h...per qualche secondo gli sto dietro, ma poi Davide di colpo mi fa “Andrea, ma cos’è quella roba lì?!?! Grandine, grandine, ci sono virghe densissime, in fondo sta scomparendo tutto, ci sta raggiungendo!!” A quel punto non avevo scelta, dovevo scappare via a tutti i costi: supero quei due TIR, mi lancio a tutta velocità in direzione di Balocco, il paese in fondo alla strada provinciale che stiamo percorrendo. La tensione e l’adrenalina stanno salendo vertiginosamente, percepisco a pelle il pericolo, sapevo che dovevo per forza sfuggire a quella bestia altrimenti era la fine per la carrozzeria della mia auto (come mi presentavo a casa poi??). Entro velocissimo in Balocco e, grazie all’aiuto di Davide, riusciamo a imboccare la giusta strada...”l’autostrada, dobbiamo prendere l’autostrada!!” Esco da Balocco, l’atmosfera è da brividi, la shelf cloud è estesa dietro di noi per 180°, mentre io schiaccio a fondo l’acceleratore Davide non riesce più a trovare aggettivi per descrivere ciò che vedeva fuori dal finestrino, diceva soltanto “ci raggiunge, ci raggiunge, ci sta raggiungendo...sta scomparendo tutto dietro di noi”. Io, dopo aver sentito quelle parole, guardo il tachimetro e leggo 110 km/h.....E’ proprio la lettura di quel valore che, per la prima volta da quando vado a caccia di temporali, mi fa salire un senso di timore e impotenza verso la Natura...mi ripetevo “ma come fa a raggiungerci? No è impossibile, è impossibile!”. Sono attimi incredibili, di pura adrenalina, i fulmini cadevano con una frequenza impressionante intorno a noi, si sentivano dei veri e propri “boom” nonostante avessimo i finestrini ben chiusi...dietro di noi il gust front avanzava come un rullo inarrestabile, era un mix di elementi a renderlo pauroso nel vero senso della parola. In quei momenti è come essere in quei film dove si scappa per esempio da un’esplosione, con la fiammata che ti tampina dietro a pochi metri e tu riesci in modo miracoloso a rimanerne sempre fuori per un niente!

Mancano ormai 800 metri all’ingresso in autostrada; ormai sono pezzatissimo, tensione e paura a mille, la shelf cloud è immensa e assolutamente unica....

Il cartello mi dice di svoltare a sinistra, lo faccio a manetta e per pochi secondi mi ritrovo il gust front sulla mia sinistra, e resto sbigottito.........volgo lo sguardo a sinistra e lo vedo avanzare in modo DEVASTANTE, era come una tempesta di sabbia che arrivava a tutta velocità inglobando tutto ciò che incontrava, vedevo scomparire tutto ad una velocità mai vista prima. Il muro è ormai a 200/300 metri da noi, la strada gira a destra, poi sempre dritto...siamo ormai a 300 metri dall’ingresso autostradale, manca solo un’ultima svolta a sinistra. L’adrenalina raggiunge livelli epici, percepiamo di essere ad un passo dal finire inghiottiti da un temporale violentissimo e pericolosissimo. 200 metri..... 150 metri...ultima svolta a sinistra, ma prima della svolta sulla nostra destra abbiamo un piccolo cascinale...ed è quì che siamo stati spettatori di un altro fenomeno unico e incredibile: poco prima di prendere l’ultima svolta prima del casello, da dietro al cascinale vediamo sopraggiungere a velocità supersonica una nube di polvere marrone-nero alta un 4/5 metri: un’immagine indelebile, indescrivibile...bisogna essere sul posto e viverla al momento; quella nube che ci stava piombando addosso era un ulteriore segnale dell’irruenza di quel gust front che era ormai a 100/200 metri da noi. Pensavamo ormai di non farcela più e rimanerne fuori, ma l’istinto mi porta a schiacciare a fondo l’acceleratore anche dopo l’ultima svolta a sinistra...mi fiondo al casello, il muro di pioggia, grandine e polvere è a 50 metri da noi, sulla mia sinistra. Prendo il biglietto, la sbarra si alza.....viaaaa! A tavoletta salgo sul cavalcavia che poi mi porta giù sulla carreggiata Est della A4, abbiamo il fronte del temporale al di là della carreggiata opposta, dietro il NULLA, non si vedeva niente, si stava inglobando tutto. La tensione è sempre a mille, ma ormai iniziamo a capire che ce l’abbiamo fatta...siamo incredibilmente fuori, sulla macchina non è caduta una goccia di pioggia, siamo riusciti a mantenere intatto quell’equilibrio che per 10 minuti ci lasciava fuori dal macello per quei 500/600 metri che non cambiavano mai, incredibile!

Il tachimetro segna 120 km/h ma il temporale non molla, scorre velocissimo, praticamente alla mia stessa velocità...ero estasiato e nello stesso tempo esterrefatto nel non riuscire a staccarmelo di dosso nonostante andavamo a quella velocità, io e Davide non capivamo come era possibile, non avevamo mai visto una roba del genere.

Raggiungiamo l’uscita di Greggio, ma il temporale è sempre dietro di noi...appiccicato...”boh, ma che è sta roba?!” pensavo, così come lo pensava Davide. La shelf cloud è estesa lungo tutto l’orizzonte Ovest, lo spettacolo che regala è splendido con continui fulmini nube-terra poco davanti al muro di pioggia e grandine. Il gust front è minacciosissimo, lo riesco ad intravedere dallo specchietto retrovisore, ci sono fractus molto bassi e turbolenti, in certi momenti sembra quasi di assistere a movimenti rotatori tipici da struttura mesociclonica.

L’auto viaggia, siamo sempre a 120 km/h e raggiungiamo Novara, ma il temporale si stacca di pochissimo, ce lo abbiamo dietro a non più di 3-4 km !! Ci fermiamo in una piazzola a fare qualche foto, ma ci sono molti ostacoli (tra cui la TAV) che impediscono di osservare la parte più intensa del temporale che si trovava nell’angolo meridionale dello stesso.

Arriviamo a Mesero (MI) e decidiamo di uscire, il temporale arriva a Mesero con noi...ci lascia il tempo di piazzarci sotto un cavalcavia e poi ci passa sopra seppur indebolito rispetto a una mezz’ora prima. Dura pochissimo, 10 minuti, e poi scappa via...quando usciamo da sotto il cavalcavia si vede già l’incudine lampeggiante che scorre veloce verso Milano, a Ovest cielo stellato e limpido, aria ferma e fresca....tutto finito. Finita una giornata di caccia epica e irripetibile, finita la fuga dal gust front più minaccioso che entrambi abbiamo mai visto, finita la fuga da un temporale che ha sviluppato un downburst con venti molto probabilmente fino a 200 km/h che hanno letteralmente sventrato una serie di case e cascine....case e cascine che si trovavano a meno di 1 km da noi, in quella strada da Buronzo a Balocco dalla quale abbiamo visto, sulla nostra destra, un cielo da brividi. Il nostro fiuto non ci ha tradito, bastava scappare 2 minuti dopo e non avremmo avuto scampo....ma è andata bene, ora si pensa alla prossima caccia...

 

Ecco i danni creati dal mostro. Venti molto probabilmente fino a 200 km/h.

giovedì 9 luglio 2009

7 Luglio 2009 – Supercelle e “uncinate” "!

Nel giorno in cui si sono sviluppati temporali rigeneranti sul posto che hanno causato accumuli di pioggia elevatissimi se non eccezionali (fino a 150/200 mm), la Lombardia – ma non solo – è stata colpita da alcune supercelle che anche al radar hanno evidenziato i tipici segnali che le contraddistinguono.

Partiamo con le prime 2, che si sono generate nella notte.

La prima ha colpito il varesotto e mostra, al radar Landi, un eco ad uncino e un V-Notch davvero imponenti considerando la risoluzione di tale radar:

supercellavaresotto

 

supercellavaresotto2

Generalmente l’immagine radar, una volta salvata, risulta “pixelata” senza la possibilità di notare chiaramente gli echi radar di piccole dimensioni, ma attraverso una “smussatura” dei vari colori tutto risulta più comprensibile come si può notare dalle due immagini sopra postate.

Ora passiamo alla seconda Supercella che ha colpito il milanese sud-occidentale sempre nella notte:

supercellamilano

supercellamilano2 

Queste due strutture mesocicloniche sono state favorite essenzialmente da una corposa dinamicità che, in quelle ore, si è andata a creare proprio sulla Lombardia occidentale nelle medio-basse quote. Alle alte quote, infatti, le correnti non erano particolarmente veloci…ma dai 2000 metri in giù tra le 3 e le 7 del mattino si è attivato un potente Low Level Jet che ha permesso la genesi di una rotazione, decisamente sopra le attese, all’interno delle celle temporalesche. La seguente mappa mostra proprio le correnti a 850hPa per le 00z, le 3z e le 6z (notare l’imponente aumento della velocità dei venti con componente da S/E):

 

In serata, poi, si sono generate altre supercelle tra il bergamasco e il bresciano, una delle quali ha mostrato riflettività radar e fenomeni chiaramente di natura mesociclonica. In particolare, è notevole il nocciolo a fondoscala condito da un Hook Echo spettacolare, con un contrasto netto tra i pixel di massima e minima riflettività – ciò sta ad indicare updrafts poderosi e rotanti.

supercelleserata

supercelleserata2

Queste due supercelle si sono sviluppate in un contesto differente dal precedente, in quanto le correnti alle medio-basse quote risultavano meno intense rispetto alla notte…ma in quota i venti erano rinforzati notevolmente grazie all’ingresso della jet-stream. Non a caso, infatti, queste due supercelle risultano molto più inclinate rispetto a quelle notturne. E sono risultate anche più durature e “costanti” durante il loro percorso. 

mercoledì 24 giugno 2009

6 Giugno 2009 – Racconto di una caccia storica

Una giornata che rimarrà nella nostra memoria per molto tempo merita quantomeno un racconto...
Sto parlando di Sabato 6 Giugno 2009, giorno nel quale io e Davide siamo stati spettatori di uno spettacolo assoluto che la Natura ci ha voluto regalare, generando una Supercella Tornadica pressochè perfetta.

Quel Sabato parte presto, intorno alle 8.30. Dopo una notte passata a giocare a Poker con gli amici, dormo giusto quelle 3/4 ore per ricaricare le batterie..."domani si parte, c'è una caccia grossa in programma" penso.
Mi alzo presto, osservo il cielo e la prima affermazione che penso è "un cielo così l'ho visto solo la mattina presto del 7 Luglio 2001". Ribadisco a Davide questa mia impressione e poi ci mettiamo d'accordo sul luogo di ritrovo: ore 10.00 all'Iper di Magenta. C'è fermento, è la prima volta che parto per una caccia già al mattino presto nonostante le ore clou siano nel pomeriggio; colazione, preparazione di tutta l'attrezzatura per la connessio internet e GPS e poi via, si parte!

Incontro Davide al luogo prefissato, trasferisco tutto l'ambaradam sulla sua auto e testiamo la connessione: tutto ok, e anche il GPS funziona perfettamente! Osserviamo il cielo ed entrambi siano visibilmente fiduciosi, Davide cmq molto più di me...io consideravo comunque la possibilità di un BUST (flop) totale ;-)

Partiamo subito verso il novarese, dando ogni tanto uno sguardo ai modelli mattutini che pian piano si aggiornano; raggiungiamo le splendide distese novaresi e ci fermiamo in una stradina ad osservare la situazione e attendere l'evolversi degli eventi. Spira un forte vento da E/SE, i cumuli corrono veloci a tutte le altezze, il Sole scalda l'atmosfera...la molla si stava caricando...

Passano un paio d'ore e si fa mezzogiorno: la situazione è sempre tranquilla, verso Ovest iniziano a vedersi le prime incudini poco convinte e al suolo sta per entrare il vento più secco da Sud; decidiamo di entrare in Novara per trovare una paninoteca dove posso prendere da mangiare; dopo incredibili peripezie di vario genere, riesco a comprare un benedetto panino al cotto in centro a NOvara. Risalgo in auto e ripartiamo per uscire dalla cittadina in modo da osservare meglio il cielo, tra qualche ora dovrebbe arrivare l'ora x...

Andiamo in direzione Sud, prendiamo una strada statale che ci porta direttamente in mezzo alle campagne tra Novara e Vercelli; in cielo stavamo seguendo la linea di demarcazione tra il vento da E/SE e quello più secco da Sud: tale linea si trovava pressochè sopra le nostre teste estesa verso S/W e decidiamo quindi di fermarci alla periferia di Casalino (VC). Parcheggiamo l'auto, ma nel frattempo mi accorgo che il portatile si è spento...Provo a riaccenderlo, parte...ma passano poch i secondi e si spegne da solo di nuovo. Nooo, disastro! Faccio altri tentativi ma nulla da fare, proprio quando sarebbe servito di più il portatile mi ha abbandonato ( e non solo per questa giornata! ). Lancio qualche inevitabile imprecazione e poi mangiamo il nostro panino; il posto dove ci siamo fermati è spettacolare, in quanto abbiamo la possibilità di avere tutto l'orizzonte a 360° libero da ostacoli. Ci sediamo nell'erba ai bordi di un torrentello di irrigazione e ammiriamo quelle zone completamente prive di costruzioni, dove regna solo la Natura. Il vento spira sempre più forte da Sud, siamo proprio lungo la linea di convergenza che vedevano i modelli e che noi abbiamo deciso di seguire.

Dopo circa una mezz'oretta i cumuli che compongono tale linea di convergenza iniziano a svilupparsi, si sviluppano sempre di più fino a diventare prima congesti e poi componendo un primo cumulonembo: gli straordinari venti in quota stirano completamente il cb verso N/E, mostrando il suo asse inclinato con un updraft tutto sommato non male; non avendo più nessun contributo da Internet, dobbiamo solo aguzzare la vista e usare il fiuto per capire e anticipare il più possibile l'evoluzione in quanto quel cb era il sintomo che la convezione stava partendo...

La piccola cella ci scorre davanti e abbiamo tutto il tempo per seguire la sua evoluzione di nascita, crescita, maturazione (con qualche fulminazione) e declino man mano che si spostava verso Nord. Dopo il suo passaggio il cielo sembra tranquillizzarsi, i cumuli si fanno più radi e il vento da Sud soffia sempre più forte...sono quelli i minuti nei quali ci vorrebbe la connessione mobile per osservare più ad ampio raggio la situazione, ma non ne abbiamo la possibilità.

Ad un certo punto spunta una nuova incudine in fondo a S/W...sembra un'incudine normalissima di un temporaletto come tanti; è immersa nella foschia che regge in quell'angolo di Piemonte. Tra una chiacchera e l'altra e vari tentativi di riesumare il PC non diamo più peso per una decina di minuti a quell'incudine; quando, però, rialziamo lo sguardo verso S/W ci accorgiamo che "qualcosa non va": l'incudine era avanzata in modo esagerato, soprattutto considerando il movimento lento della cella che l'ha preceduta! Osservo un attimo il bordo di tale incudine, l'unico indizio possibile per capire l'intensità della cella dato che alla base regnava foschia densa che offuscava la visuale, e poi dico a Davide che secondo me è ora di partire e andarle incontro a manetta. Davide approva e partiamo subito in direzione Ovest, seguendo stradine a caso. Il tempo di fare pochi chilometri e inizia a vedersi la base della cella...........................

 

"cazzo che wall !" , esclamo a Davide che nel frattempo fa fatica a rimanere concentrato sulla strada, figuratevi dopo che gli ho detto ciò ;-) La base della cella è fantastica, il nostro sguardo punta subito sull'angolo meridionale dove dietro alle precipitazioni compaiono fractus bassissimi e turbolenti che vanno a comporre una classica wall cloud. Bastano pochi secondi di osservazione per capire che quella è "la Supercella", la turbolenza che ha alla base indica che può mettere giù un Tornado da un momento all'altro! L'adrenalina sale sempre di più in quanto ci troviamo proprio nei momenti di caccia nel vero senso della parola...

Entriamo ed usciamo da un paio di paesi, prendiamo ovviamente strade a caso sperando che ci avvicinino sempre di più alla base della cella che stava raggiungendo in quei momenti la sua massima potenza. Superiamo il paese Villata in direzione N/W e  puntiamo una stradina completamente deserta circondata dal nulla più assoluto (quei posti sono davvero delle Plains in miniatura), volgiamo lo sguardo verso sinistra e capiamo che è il momento di fermarsi. Scendiamo dall'auto e abbiamo di fronte uno spettacolo della Natura: non c'è un solo ostacolo che ostruisce la visuale di quella Supercella, la quale risulta perfetta sotto ogni aspetto. Abbiamo sott'occhio l'intero sistema temporalesco, dall'area di inflow all'area dei downdrafts e outflow. L'atmosfera è surreale in quanto spira un fortissimo vento da Sud che "enfatizza" il momento, di fronte a noi abbiamo la wall cloud con tutti i fractus che salgono ruotandole attorno, sulla destra le bande di pioggia e grandine con le saette e i tuoni secchi. Già così è tutto perfetto, ma la Natura ha deciso che se ha fatto 30 allora può fare anche 31...

Alla base della wall cloud comincia a disegnarsi un corposo Funnel Cloud. "lo fà?" ci domandiamo. Ebbene si, lo fà. Nel giro di un paio di minuti il mesociclone va in occlusione e il Funnel Cloud inizia a scendere....scende, scende, scende...e infine tocca il suolo. Abbiamo di fronte una Supercella Tornadica in piena regola. L'imbuto è davvero corposo (chissà essere a 200 metri da esso...) e mantiene la condensazione fino al suolo per poche decine di secondi prima di risalire...

In quei momenti, nonostante si sta realizzando un piccolo sogno, si resta quasi allibiti, in una sorta di "stato confusionale" nel quale non ci si rende subito conto della rarità di quel fenomeno, della sua perfezione e della difficoltà che si ha in Italia di poterlo osservare. Ma nonostante ciò, il dito indice continua a fare foto e filmati a manetta senza mai fermarsi ;-) Passano circa 15/20 minuti durante i quali la cella velocemente perde potenza muovendosi verso di noi; decidiamo quindi di andarle più sotto e riusciamo a fare varie foto per evidenziare la sua struttura che si mantiene ancora perfettamente supercellulare pur non destando più "preoccupazione" per l'eventuale nascita di un secondo vortice.

A questo punto passiamo le due ore successive nel tentativo di cercare qualche danno causato dal Tornado, ma dopo aver percorso varie strade (tra l'altro sbagliate come abbiamo scoperto qualche gg dopo ;-) ) capiamo che il vortice è sceso in mezzo ai campi e quindi difficilmente avrà lasciato un segno tangibile e documentabile. Sono ormai le 17 circa e ci indirizziamo verso l'autostrada A4 per tornare verso casa con in saccoccia una preda veramente grossa, che è andata anche oltre le attese per me (meno per Davide che come vi ho detto prima era più fiducioso di me sulle possibilità tornadiche della giornata). Durante il viaggio di ritorno ci fermiamo un paio di volte per osservare nuove piccole supercelline in formazione...se non avessimo visto la Supercella di prima ci saremmo fermati per ore a far foto, ma dopo ciò che avevamo visto 2 ore prima quelle cellette valevano meno di zero ;-) Torniamo all'Iper di Magenta per le 18...saluti vari e si torna a casa, consci di aver fatto una caccia pressochè perfetta e difficilmente ripetibile non solo quest'anno ma anche nelle stagioni a venire...

 

mercoledì 17 giugno 2009

Interpretare il CAPE

La questione "CAPE" è spesso discussa durante la stagione estiva; il motivo è semplice: il CAPE rappresenta l'energia potenziale per lo sviluppo convettivo e quindi risulta il parametro più visualizzato sulle mappe per prevedere i temporali. Tale parametro viene espresso in j/Kg ed esprime - come dice l'acronimo "Convective Available Potential Energy - l'energia potenziale che la Troposfera può liberare per lo sviluppo di nubi convettive.

Tutti noi, ogni qualvolta osserviamo le mappe di previsione, abbiamo a disposizione una previsione del CAPE a vari orari durante la giornata, e su questo siamo già fortunati. Ma ci sono alcuni punti su cui bisogna soffermarsi per poter capire come interpretare correttamente questo parametro.

1) Il CAPE è un parametro "ideale"
2) Il CAPE è un parametro estremamente dinamico, sia nel tempo sia nello spazio. E' dinamico nel tempo in quanto può cambiare nel giro di poche ore ma anche di poche decine di minuti. E, allo stesso modo, è dinamico nello spazio: si possono avere valori di CAPE distanti anche 500/1000 j/kg nel giro di 30 km.
Ed è proprio questo il punto su cui ragionare quando si guardano i modelli di previsione: ad oggi nessun modello matematico è in grado di avere un passo di griglia tale da inglobare le differenze massime di CAPE che si possono verificare nella dinamica atmosferica. Tutto è in continua evoluzione, bisogna ricordarlo SEMPRE.
3) Ma allora le previsioni del CAPE che vediamo sui modelli servono o no?
Certo che servono, ma vanno interpretate. Per prima cosa, non bisogna mai considerare il valore numerico della previsione del modello; tale valore spesso è "ideale". Per una corretta interpretazione bisogna innazitutto conoscere il modello stesso (attraverso analisi passate) e successivamente considerare il CAPE previsto come un'ampia forbice di valori; giusto per fare un esempio, se il modello prevede 1000 j/kg di CAPE, la nostra testa deve già ricordarsi che, a seconda delle zone, ce ne potranno essere 500j/kg così come 1500j/kg. Non bisogna considerare, quindi, il valore assoluto in sè, bensì la tendenza che quel modello ha nel mostrare tali valori. Mi spiego meglio: se un giorno un modello prevede 1000 di CAPE e un altro giorno prevede 2000, non dobbiamo considerare i due valori in sè, bensì fare una considerazione del tipo: nel secondo giorno ci sarà più CAPE del giorno prima. Partendo da quest'ultima frase, vi rimando al punto successivo...
4) il CAPE è un parametro che cambia in seguito al cambiamento di moltissimi fattori. Per esempio, per aumentare il CAPE l'atmosfera può escogitare diversi modi:
- abbassamento termico in quota
- aumento termico nei bassi strati
- aumento dell'umidità nei bassi strati
- iniezione secca alle quote medie
- ingresso di vorticità
- scorrimento del getto in quota
....e questi sono solo i principali, ce ne saranno altri che noi ancora non conosciamo.
Come vedete, regna troppa dinamicità nell'atmosfera per ridurre il CAPE ad un singolo valore e prenderlo come tale; i fattori appena elencati cambiano rapidissimamente durante un peggioramento del tempo, e come detto prima cambiano sia nel tempo che nello spazio!

Ricordarsi, quindi, di considerare il CAPE come un parametro indicativo, che dipende da tanti altri fattori che vanno considerati prima di osservare il valore numerico del CAPE che prevede il modello di previsione.

martedì 16 giugno 2009

9 Giugno: fotografati altri 2 Tornadoes

Davvero incredibile questo inizio di stagione 2009. Nel giro di 2 giornate di caccia ho avuto la fortuna di fotografare ben 3 Tornadoes! Dopo l’exploit del 6 Giugno, ecco che dopo un paio di giorni una nuova caccia nel novarese-vercellese porta a questi risultati:

 foto7 foto8

Oltre ai due vortici, durante lo stesso pomeriggio ho assistito all’evolversi di un paio di supercelle con varie wall cloud e mesocicloni vari.

foto12 DSC03930 foto5

Nulla da aggiungere…sono davvero estasiato da questo inizio di stagione di caccia, a parte un imprevisto che mi ha compromesso la possibilità di avere posizione GPS e connessione web. speriamo di risolvere il tutto entro fine mese

6 Giugno 2009 – Intercettata una spettacolare Supercella Tornadica!!

La giornata era attesa da giorni, e non ha deluso. Partiti di mattina presto, io e Davide (Sirio) siamo stati in giro tutto il giorno e nel primo pomeriggio abbiamo realizzato un piccolo sogno: essere al cospetto di una spettacolare supercella assistendo alla genesi di un Tornado EF1 davvero fotogenico!

Forse più avanti inserirò un racconto della giornata, ora ho poco tempo e mi limito ad inserire le foto della caccia.

foto4 foto1 foto2

Ecco qualche immagine descrittiva:

Immagine radar del mostro:

…..emozioni indelebili durante questo 6 giugno 2009 ….   

venerdì 29 maggio 2009

27 Maggio 09: Imponente MCS-Bow Echo tra Lombardia ed Emilia.

Ciò che si è andato a sviluppare nel pomeriggio del 27 Maggio è stato un sistema convettivo “complesso”, di natura multicellulare; dapprima è evoluto in MCS per poi diventare un vero e proprio Bow-Echo in piena regola! I danni associati a questo sistema convettivo sono stati parecchi, così come gli accumuli di pioggia in poco tempo soprattutto nell’area Parmense. Ecco in breve una spiegazione dell’evento…

Partendo dal presupposto che il setup in quota era favorevole a moti verticali grazie al passaggio dell’asse di saccatura (quindi in associazione ad un’avvezione di vorticità positiva), passiamo ad osservare nel dettaglio cosa ha scatenato la convezione. Per farlo bisogna fare un passo indietro di qualche ora: in tarda mattinata sul Triveneto si sono generate alcune celle temporalesche di forte intensità, e i loro potenti outflow hanno stabilizzato l’aria nelle vicinanze per il riversamento di aria fredda dall’alto; tali outflow, però, hanno iniziato a percorrere velocemente la Pianura Padana orientale da Est verso Ovest, incontrando via via aree nelle quali ristagnava maggior potenziale, come la Lombardia orientale.

Nel primo pomeriggio è stata proprio l’azione dell’ouflow boundary (letteralmente “confine dell’outflow”) ad attivare la convezione laddove il setup termodinamico lo permetteva.

image

Con le linee blu ho indicato i venti in quota in quegli istanti: si nota come le celle in via di sviluppo sulla Lombardia orientale si trovino poco davanti all’asse di saccatura, in un’area quindi favorevole ai moti convettivi.

A questo punto di va ad innescare un meccanismo di continua rigenerazione delle varie celle in formazione, rigenerazione incentivata sempre dall’outflow boundary nella sua continua corsa verso Ovest e Sud, andando ad agire come gust front e sollevando l’aria umida preesistente. Date le correnti in quota da S/W, le incudini seguono tale traiettoria, ma la propagazione delle celle non segue le correnti in quota, bensì’ quelle nei bassi strati di provenienza nord-orientale.

 

Tutto il sistema si ingrossa fino a raggiungere dimensioni notevoli, e prosegue la sua corsa verso Sud; Una volta arrivato nei pressi dell’appennino si comincia a verificare il passaggio da un classico MCS ad un Bow-Echo in piena regola. Il gust front accelera e si va a “disegnare” il tipico eco ad arco, nel quale è possibile notare perfettamente la Rear Inflow Jet, evidenziata al radar da un eco a bassa riflettività chiamato Rear Inflow Notch.

Probabilmente è in questi istanti che si sono avute le massime raffiche di vento al suolo all’arrivo del temporale.

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I modelli di previsione avevano ottimamente inquadrato l’evoluzione del pomeriggio; a tal proposito posto qui di seguito una mappa MOLOCH, sia in formato originale sia modificata da me in modo da evidenziare i vari elementi:

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E’ possibile individuare l’irruzione di aria fredda e stabile nei medio-bassi strati con traiettoria N/E-S/W associata all’MCS-BowEcho; tale irruzione va a scalzare l’aria umida stagnante in loco la quale funge da inflow del sistema stesso rigenerando continuamente gli updrafts che vanno a comporre il Bow-Echo.

L’aria stabile, uscendo dal grosso sistema convettivo, si allarga “a cerchio” e ciò permette un temporaneo accumulo di aria umida anche a ridosso delle prealpi orobiche (il tutto grazie alla particolare orografia del Nord-Italia); tale aria umida viene forzatamente sollevata dai rilievi prealpini e ciò comporta la genesi di alcune celle temporalesche secondarie in loco – esse sono visibili nell’immagine radar precedentemente postata. Ho segnalato ciò per far capire un po’ tutta l’evoluzione delle masse d’aria durante il pomeriggio, e soprattutto per dare la giusta importanza agli outflow boundary che hanno avuto, per ben due volte, il ruolo principale per scatenare la convezione – dapprima gli outflow delle celle trivenete, e poi l’outflow dell’MCS.

 

Per finire, ecco un’immagine satellitare dell’imponente sistema convettivo ormai passato allo stadio di Bow-Echo:

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mercoledì 27 maggio 2009

26 Maggio 09 – Intercettate 4 cellette tra novarese e vercellese.

Dopo la proficua caccia del 23 Aprile con la Supercella grandinigena lungo l’Adda, anche ieri è stata una buona occasione di caccia, tra l’altro in una giornata caratterizzata da un caldo più da Luglio che da Maggio.

Dopo una studiata alle mappe, decido di anticipare la mia partenza alle 14. Scendo ad avviare tutta la strumentazione (necessaria per avere la connessione internet e il tracking GPS) e, dopo qualche problema “di routine”, tutto parte.

Imbocco la A4 in direzione Torino sotto un cielo del tutto scarico a causa dell’ingresso secco nei bassi strati; fa un caldo boia comunque, e il portatile raggiunge temperature da incendio. Una volta raggiunta Novara per fortuna il Sole scompare…e spunta la prima incudine.

Il radar segnala alcune celle a fondoscala tra Torinese e Astigiano in direzione N/NE. Considerando che in situazione come quella di ieri spesso e volentieri è la zona del biellese ad essere maggiormente colpita, decido di lasciar perdere le celle a S/SW proseguendo sulla A4 prima di uscire a Greggio; da li mi fermo un po’ ad osservare la situazione e noto che il radar continua a mostrare una potente cella poco a Ovest dalla mia postazione; la traiettoria è perfetta e ho la possibilità di intercettarla da Est. Mi dirigo velocemente in direzione W/NW per una decina di km attraversando zone con distese infinite di pianure, qualcosa di spettacolare!

Arrivo nei pressi della cella che tuttavia, a vista, non sembra nulla di che tant’è che non riesco a scattare foto decenti. Dal radar, invece, mantiene intatto il suo nocciolo a fondoscala tra l’altro anche ampio.

Nel frattempo si alza il vento di outflow che va velocemente ad attivare nuova convezione a S/W della mia postazione; essendo in piena traiettoria a questa seconda cella, decido di tornare verso Est per osservare bene il tutto “dall’esterno”. E qui arriva forse il momento più interessante della giornata: mi trovo in una strada vicino ad Arborio quando improvvisamente si alza un vento potentissimo di outflow da Ovest che alza un polverone ovunque; un’immagine abbastanza strana per la Pianura Padana! Mi fermo appena posso e registro un breve video, tuttavia il momento più intenso è già passato da una ventina di secondi…ma penso che rende comunque l’idea:

 

 

L’outflow generato da questa seconda cella va a stabilizzare del tutto l’atmosfera nei paraggi, mentre il temporale si va muovendo verso N/NE intensificandosi. Provo ad inseguirlo prendendo la provinciale per Gattinara, ma dopo qualche km desisto…non ne valeva la pena ;-)

Torno nei pressi di Greggio e attendo un po’ l’evolversi della situazione, assaporando gli splendidi paesaggi che le distese di pianure piemontesi possono offrire. Poi, dopo un’ora circa, spunta una nuova celletta verso S/SW…all’inizio sembra innocua, ma ad un certo punto inizia a saettare e tuonare. Beh, si riparte di nuovo! Muovendomi velocemente verso Ovest ho la possibilità di intercettarla sempre da Est; questa volta compare una discreta shelf cloud, molto estesa anche se per nulla turbolenta. Scendo dall’auto e faccio un secondo video che ritrae la shelf con l’outflow che stava iniziando a soffiare da Ovest. Al radar spunta anche il fondoscala “viola”, non male!

 

 

La vedo sfilare verso N/NE intensificandosi, decido quindi di tornare verso casa in quanto il cielo non mostra più alcun segno di instabilità: l’energia è finita. Ma prima di riprendere l’autostrada mi aspetta un’ultima celletta in risalita dal vercellese occidentale; è molto piccola ma decido di farmi centrare in pieno così posso anche lavare la macchina ;-) Ci finisco dentro per un paio di minuti con pioggia temporalesca e chicchi di grandine piccola….dopodichè anche questa corre verso Nord.

Sono ormai le 19..la caccia è ormai finita, non mi resta che tornare a casa gustandomi il cielo limpido e l’aria più fresca dopo la caldazza che mi aveva accompagnato nel viaggio di andata.

Alla prossima!

venerdì 15 maggio 2009

Spiegazione Mappe Lighting Wizard: "Uncapped Layer Depth, 0-2 km Deep Convergence"

La mappa in questione è la seguente:



L'Uncapped Layer Depth, così come l'ICAPE nella mappa dell'articolo precedente, è un'integrazione e viene indicato in metri. Sta ad indicare l'altezza - integrata - di tutte le particelle prive di CAP, ossia con CAPE > 50 J/kg e CIN < 50 J/kg. Valori bassi, quindi sul colore azzurro-blu, stanno ad indicare che solo i bassi livelli troposferici sono in grado di liberare il CAPE necessario ad un'eventuale convezione, mentre valori più elevati indicano che il CAPE viene "liberato" da tutti i livelli della media-bassa Troposfera (il parametro si riferisce, come tetto massimo, ai 4 km di quota).
Partendo da questo presupposto, appare chiaro che la probabilità di temporali è strettamente collegata a questo parametro.

Attraverso le linee di colore rosso è indicata la convergenza nei primi 2 km di quota; personalmente non uso mai questo parametro, ma è utile sottolineare che è anch'esso importante per la previsione convettiva, in particolare quando ritroviamo alti valori di "Deep Convergence" accoppiato ad alti valori di Uncapped Layer Depth.

mercoledì 13 maggio 2009

Spiegazione Mappe Lighting Wizard: "1-8 km Shear, ICAPE e ICIN"

La mappa in questione è la seguente:




Tale mappa è molto utile per individuare le aree laddove lo shear si va a sovrapporre ad una già presente instabilità dell'aria (individuata dal CAPE).
Con le linee rosse - accoppiate ad un numero - viene indicato lo shear dal primo km e l'ottavo km di quota, escludendo quindi lo shear nel primo km di colonna atmosferica.

Il parametro ICAPE individua l' "Integrated CAPE" e ha come unità di misura kj/m2 e non j/kg. In poche parole è una rappresentazione della densità del CAPE lungo la colonna troposferica. Un ambiente con un ICAPE superiore ai 1000/1300 Kj/m2 è in grado tranquillamente di sostenere celle temporalesche per lungo tempo, indipendentemente dalla loro tipologia evolutiva.

Il parametro ICIN è anch'esso un'integrazione: in pratica è una somma del CIN di tutte le particelle d'aria lungo una colonna dove il CAPE risulta >0. E' indicato dai vettori che si vedono sulla mappa; più i vettori sono piccoli minore è il CIN, è viceversa. Dato che l'ICIN è un valore preso lungo una colonna, bisogna considerare il fatto che esso può distribuirsi in modo non uniforme lungo essa: possiamo avere il 90% del CIN nei bassi livelli della colonna e il restante 10% più in alto.

lunedì 11 maggio 2009

Spiegazione Mappe Lighting Wizard: "SR Moisture Flow and Mid/Upper Flow"

La mappa in questione è la seguente:



I parametri presenti in questa mappa "compaiono" solamente in presenza di atmosfera instabile con l'assenza di eccessivo CAP (quindi in presenza di una colonna predisposta ai moti verticali). In caso contrario, come si vede sulla mappa stessa, non compare nulla e tutto appare bianco.

Attraverso i colori di background viene indicato il flusso di vapore acqueo in entrata nelle celle temporalesche, il tutto nei primi 2 km di quota partendo dal suolo. Tale valore viene ricavato dal mixing ratio (grammi di acqua in un kg di aria secca), e insieme all'intensità dei venti alle basse quote contribuisce alla variazione dell'indice che compare sulla mappa: alti valori di mixing ratio uniti a venti sostenuti nei bassi livelli della colonna permettono un innalzamento deciso del valore del parametro che si traduce in colori verso il giallo-arancio.

I vettori, invece, indicano il flusso ai medio-alti livelli della Troposfera: vettori più lunghi indicano venti più forti e ciò pone le basi per la genesi di temporali "a lunga vita", dato che risulta minore interferenza tra updrafts e downdrafts all'interno delle celle stesse.

A volte sulla mappa in questione tali vettori mostrano una forte divergenza in aree relativamente piccole: ciò significa che il Global Model - in questo caso GFS - prevede la genesi di sistemi convettivi con updrafts molto estesi, praticamente a livello di mesoscala. Tale previsione è poi confermata dalla presenza di precipitazioni convettive viste dallo stesso modello sulle aree interessate.

domenica 10 maggio 2009

Spiegazione Mappe Lighting Wizard: "0-3 km SREH, Supercell Composite Parameter, Bunkers Storm Motion"

La mappa in questione è la seguente:



Tale mappa va consultata e interpretata in accordo con quella spiegata nell'articolo precedente, riferita allo shear 0-6 km e 0-1 km. Questo perchè per garantire lo sviluppo e il mantenimento di strutture temporalesche con updrafts rotanti è necessario sia un buon shear sia una buona elicità, identificata dalla rotazione - in senso orario - della direzione dei venti con la quota.
La SREH (Storm Environmental Helicity) è rappresentata sulla mappa dai colori di background, e ha come unità di misura "m2/s2".
Una buona elicità già di per sè pone le basi per updrafts rotanti; se poi siamo in presenza di un buon speed shear allora le chance di strutture rotanti aumentano dato che la vorticità orizzontale creata dallo speed shear può essere "convertita" in vorticità verticale dai potenti updrafts in seno alle celle, incrementando la rotazione totale del sistema temporalesco.

La rotazione presente all'interno delle Supercelle favorisce, come è noto, un movimento "deviatorio" rispetto alla classica level guide; questo fenomeno è strettamente correlato sia all'elicità in sè, sia allo speed shear. La prima generalmente permette una deviazione verso destra rispetto alla level guide (generando le note supercelle "righ moving"), mentre il secondo può determinare sia una deviazione verso destra, ma anche verso sinistra. L'argomento "deviazione", tuttavia, è alquanto complesso e non può essere spiegato in poche righe in quanto entrano in gioco anche altri fattori, non solamente elicità e shear.

Sulla mappa in questione le frecce indicano proprio il possibile movimento delle celle, considerato lo shear e l'elicità presente.

Il "Supercell Composite Parameter" è un indice ricavato dal mix tra SREH, Bulk Richardson Number e MLCAPE (il CAPE presente in Troposfera); viene indicato da delle linee colorate che vanno dal colore azzurro verso i colori arancio-rosso in accordo con l'aumento teorico della probabilità di supercelle.

venerdì 8 maggio 2009

Spiegazione Mappe Lighting Wizard: "0-6 km Shear, 0-1 km Shear, Significant Tornado Parameter"

La mappa in questione è la seguente:



In questa mappa i colori di background indicano lo shear tra il suolo e 1 km di altezza, mentre attraverso le linee nere viene indicato lo shear nei primi 6 km di quota. Il primo viene denominato - in inglese - "low level shear" mentre il secondo "deep layer shear".

Analizzare e prevedere correttamente lo shear è indispensabile per una previsione attendibile dei fenomeni temporaleschi. Senza entrare nel dettaglio teorico dello shear - a cui rimando ai vari articoli presenti sul web e anche su questo Blog - mi limito a fare una breve descrizione dei vari casi di intensità dello shear.
Uno shear 0-6 km intorno a 20 nodi (ossia debole o al più moderato) spesso e volentieri è sufficiente a permettere una rigenerazione di nuove celle grazie all'ouflow di quelle più vecchie presenti nelle vicinanze, supportando quindi lo sviluppo, a livello generale, di sistemi multicellulari e MCS. Man mano che l'intensità del deep layer shear aumenta, le celle tendono a ridurre i loro processi di "pulsazione" e tendono ad assumere stadi più stazionari nel tempo, grazie al fatto che uno shear moderato permette già una minore interferenza tra updrafts e downdrafts. Il valore di 40 nodi è un classico valore che presuppone sistemi supercellulari, in quanto l'interferenza tra updrafts e downdrafts si riduce al minimo (temporali ad asse obliquo) garantendo lunga vita alle celle che, in presenza di una buona elicità, possono costruire e mantenere updrafts rotanti nel tempo - con tutte le conseguenze del caso, una su tutte la caduta di grandine di grosse dimensioni.

Passando allo shear 0-1 km, si può dire che esso è un ottimo parametro per prevedere un'eventuale tornadogenesi, in quanto riguarda soltanto il primo chilometro di quota partendo dal terreno. Uno shear 0-1 km, per esempio, di 25 nodi indica che alla quota di 1 km il vento ha un intensità di 25 nodi superiore a quella che si registra nei pressi del suolo.
Uno shear, appunto, di 25 nodi rappresenta un'ottima vorticità orizzontale che in presenza di corposi updrafts può essere "trasformata" in vorticità verticale ponendo le basi per lo sviluppo di Tornado. Uno shear 0-1 km moderato-forte entra in gioco anche in presenza di MCS (Mesoscale Convective System), in quanto favorisce la genesi di bow-echo in grado di scatenare venti superiori a 100-150 km/h.

Osservando la mappa, le linee colorate di azzurro, giallo e arancio indicano il "Significant Tornado Parameter", ossia un indice ottenuto attraverso un mix tra deep layer shear, low level shear, CAPE, CIN, LCL. Più si va dal colore azzurro verso i colori arancio e giallo, maggiore è la probabilità - sulla carta, è bene ricordarlo - di Tornado.

giovedì 7 maggio 2009

Spiegazione mappe Lighting Wizard: "0-3km MLCAPE, Spout Index"

La mappa in questione è la seguente:



Nella scala dei grigi viene rappresentato il CAPE nei primi 3 km di quota, quindi solamente nella parte inferiore della colonna atmosferica. Dato che la velocità massima degli updrafts è strettamente correlata al CAPE (attraverso una relazione di proporzionalità diretta), più è alto il CAPE nell'area considerata maggiore sarà la velocità ascensionale della termica; la nascita di Tornado di piccola intensità (F0-F1) è spesso correlata al "CAPE 0-3 km", in aggiunta ad una buona vorticità nei bassi strati dettata di solito dalla presenza di linee di convergenza. Un elevato CAPE nei primi chilometri di quota permette una veloce corrente ascensionale che va a "stirare la vorticità" lungo un asse verticale permettendo, a volte, lo sviluppo di deboli Tornado - quasi esclusivamente di tipo "Spout" - vedi LandSpout e WaterSpout. Nella mappa, infatti, viene indicato appunto lo Spout Index attraverso le linee verdi e, in aggiunta, il Tornado Index indicato con le linee arancioni.

Quando si ha la presenza di un forte CAPE 0-3 km, una discreta vorticità nei bassi strati e una scarsa o nulla ventilazione nei primi km di quota (tale da non disturbare, creando turbolenza, il processo di "allungamento di vorticità" indicato poco fa) è concretamente possibile la genesi di deboli Tornado di tipo Spout.

mercoledì 6 maggio 2009

Spiegazione Mappe Lighting Wizard: “LCL, LFC-LCL Difference”

La mappa in questione è la seguente:

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Non entro nei dettagli teorici riguardanti l’LFC e l’LCL e passo subito alla descrizione della mappa per farla comprendere nel modo più semplice possibile.

Dunque i colori di background indicano l’altezza dell’LCL, ossia il livello di condensazione delle nubi. Più i colori si portano verso il Blu più l’LCL è basso, viceversa man mano che i colori si portano verso il Rosso. LCL alti sono prerogativa di aria abbastanza secca nei bassi strati, mentre LCL bassi sono sinonimo di aria umida nei pressi del suolo. Appare intuitivo che LCL bassi stanno alla base per la formazione di temporali di una certa intensità, oltre che incrementare la probabilità di Tornado in quanto la “strada” che unisce nube e suolo è più corta.

I vettori neri verticali stanno invece ad indicare la differenza che c’è tra LCL e LFC. L’LFC è il livello di libera convezione; in pratica indica l’altezza sotto la quale la termica tende a ripercorrere salite e discese a causa della presenza di un certo CAP. Oltre l’LFC, la termica risulta sempre più calda dell’ambiente circostante e quindi percorre senza ostacoli la sua ascesa verso l’alto. Più i vettori della mappa sono lunghi e spessi più “energia” occorre per scatenare la convezione; ciò indica la presenza di un CAP abbastanza forte che blocca la convezione. Se i vettori, invece, risultano più piccoli e ristretti allora significa che in quelle aree la differenza tra LCL e LFC è ridotta, segnale che non ci sono particolari ostacoli alla convezione in quanto non c’è la presenza di un CAP cospicuo.

Alle prossime mappe ;-)

mercoledì 29 aprile 2009

Quelli di TornadosVideos sono incredibili.

Osservate questo video, soprattutto la parte riguardante il primo Tornado. Non ho parole, e non credo che ne avrete anche voi... ;-))

 

23 Aprile 2009: caccia ad una possente Supercella

Se la stagione 2008 era iniziata sotto il segno di una devastante Supercella – quella del 16 Marzo – la stagione 2009 è partita sotto il segno di un’altra Supercella, decisamente più lieve ma comunque con connotati del tutto fuori stagione, soprattutto per la grandine.

Durante la mattinata mi sono preso tutto il tempo per studiarmi bene le mappe data la concreta possibilità della prima vera caccia stagionale. Decido, quindi, il mio target: Pantigliate, alle porte di Milano, vicino a S.Donato.

Mi metto d’accordo con Davide e lo passo a prendere per le 14. Nel frattempo vedo con grande soddisfazione che tutto il sistema di tracciatura GPS funziona alla perfezione: sia sul mio pc dove vedo la mia posizione su Google Earth, sia su questo Blog dove il tracking funziona al 100%!

Bene, si può partire! L’atmosfera è tipica da dry-line, con cielo limpido da Milano verso Ovest e decisamente più fosco verso Est, dove iniziano a crescere cumuli e cumulinembi. Il sole scalda molto, siamo sui 23°C.

Arrivati al nostro target, sostiamo in un parcheggio di un benzinaio ad osservare la situazione; secondo la tempistica avremmo dovuto attendere almeno 1/2 ore per vedere qualcosa di interessante, ma la Natura ha deciso di accelerare i tempi…e a noi non ci resta che stare al passo. Verso N/E cresce velocemente una possente cella temporalesca. Dal radar osserviamo subito il suo nocciolo a fondoscala…decidiamo quindi di andarle incontro, non si trova distante dal nostro target (che si è rivelato azzeccato).

Ci districhiamo tra il traffico milanese (arghhhh!!!) e giungiamo in una stradina di campagna, molto stretta, che ci porta proprio al cospetto della Supercella: ce l’abbiamo proprio davanti, il mesociclone è quasi sopra le nostre teste, a Ovest il Sole illumina la scena…capisco subito che da quella cella sta cadendo grandine con le “palle”; facciamo giusto due foto di corsa prima di fare velocemente dietrofront per scappare dal temporale che sta proprio venendo verso di noi.

Ma qui arriva la sorpresa della giornata: dopo circa 500 metri vedo una piccola rientranza sterrata a bordo strada, decido di fermarmi lì ma un macchina che proviene nel verso opposto al mio mi anticipa e mi “ruba il posto”. Io impreco dicendo “ma chi cacchio si ferma in questa rientranza isolata in una stradina dispersa totalmente nelle campagne dove non gira anima viva?!?!?” …giusto il tempo di osservare chi sta alla guida dell’auto e scopro…che è il Griffa !! ;-) Non poteva che essere un altro cacciatore colui che cercava sosta in quella rientranza sterrata! Scendiamo un attimo per salutarci e commentare quell’impensabile e curioso incontro sotto lo stesso temporale…e decidiamo quindi di proseguire insieme lo stormchasing di giornata, ovviamente fuggendo da quella Supercella che, a qualche km di distanza, stava iniziando a far cadere chicchi di grandine grandi come palle da tennis.

Ecco una foto scattata da Davide.

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Da quel momento abbiamo iniziato una specie di fuga tra varie strade, in direzione S/W…ma nei pressi di Paullo la cella ci sorprende per pochi istanti: ci troviamo ai bordi del mesociclone, ma per 500 metri circa finiamo dentro ai downdrafts della cella, e vediamo cadere sulle nostre auto chicchi di grandine dapprima grossi come uova poi più piccoli e per fortuna molli. Ci rifugiamo ad un benzinaio dove troviamo molte altre auto in cerca di riparo…facciamo passare la Supercella e ripartiamo, ma questa volta nel ruolo di cacciatori e non più di prede! Cerchiamo di stare al passo della cella per una mezz’ora, ma poi a causa dell’immenso traffico che circola su quelle strade iniziamo a perdere il temporale che si allontana velocemente verso Sud. Imbocchiamo l’autostrada A1, ma dopo pochi minuti notiamo che improvvisamente la Supercella collassa…

Ci fermiamo quindi alla prima area di servizio dove osserviamo la situazione e facciamo due chiacchere in compagnia prima di decidere di tornare a casa. Che dire, è stata davvero una grande caccia, assolutamente perfetta dal punto di vista del target in quanto abbiamo intercettato la cella nel suo momento di massima intensità, un po’ più difficoltosa dal punto di vista dei movimenti a causa del grande traffico intorno alla metropoli milanese (risulta molto difficile cacciare quando si è costretti a stare in coda ad ogni semaforo). Abbiamo però notato la grande utilità del GPS sovrapposto al radar, in quanto ci permette di osservare la nostra posizione rispetto ai temporali…un grande passo avanti che servirà soprattutto in Estate quando avremo a che fare con le vere bestiacce di stagione ;-))

CIAO!

domenica 19 aprile 2009

I temporali del 16-17 Aprile

Come era lecito attendersi, tra Giovedì e Venerdì scorso si sono avuti i primi veri fenomeni temporaleschi della stagione. Dapprima Giovedì, quando una discreta attività temporalesca ha interessato il N/W italiano, e poi Venerdì, quando altre celle si sono sviluppate tra Piemonte e Lombardia…

 

Vediamo prima Giovedì.

Le mappe facevano intendere che nel pomeriggio-sera l’ingresso del fronte freddo da Ovest potesse creare i presupposti per alcuni temporali tra Piemonte e Lombardia.

Ecco la mappa delle Theta-E a 850hPa:

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Si nota proprio la presenza di un’area con maggiore energia proprio in Piemonte, in seno alle correnti sud-occidentali presenti a quella quota.

 

Vediamo la situazione dei venti al suolo alla stessa ora:

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La linea tratteggiata che ho inserito sta ad indicare l’area di convergenza ben visibile sulla mappa, convergenza dettata dall’ingresso di venti più secchi da N/W su aree interessate precedentemente da venti meridionali figli del richiamo umido presente davanti al fronte freddo.

Se consideriamo che l’evoluzione generale vedeva anche l’ingresso di una certa vorticità a tutte le quote unita ad un calo deciso della temperatura a 500hPa…l’ipotesi “temporale” era pressochè sicura. Ed infatti si vanno a sviluppare alcune celle temporalesche proprio in corrispondenza dell’area appena vista.

Dall’immagine seguente si nota come i temporali seguano perfettamente la linea di convergenza al suolo, la quale ha fatto da “trigger” insieme ad altri fattori:

 

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Di seguito posto un’animazione radar che ho modificato inserendo alcuni dettagli in modo da rendere più semplice la sua interpretazione:

Innanzitutto si nota la formazione di una discreta squall-line che va ad assumere un movimento S/W-N/E dettato dalla level guide a 500hPa. La parte più settentrionale di questa squall-line risulta molto interessante in quanto assume una struttura molto didattica che ci permette di osservare, contemporaneamente, 3 fattori:

1) mini-fronte caldo

2) mini-fronte freddo

3) Rear Inflow Notch

I primi due sono semplicemente il frutto dello scontro, visto poco fa, dei venti di natura differente – caldi e umidi davanti e freddi e secchi posteriormente.

Il terzo rappresenta un particolare eco radar che si sviluppa di frequente in presenza di squall-line: deriva dall’intrusione di aria più fredda e secca la quale va ad “arcuare” la linea di groppo, che successivamente assume per qualche decina di minuti i tipici caratteri di “Bow Echo” (anch’esso indicato sull’animazione del radar).

L’ingresso di aria più secca posteriormente alla squall-line è identificabile non solo dal radar stesso, ma anche dalle mappe:

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Essa l’ho indicata con una freccia nera; si nota poi la perfetta sovrapposizione, anche a livello igrometrico, della struttura “fronte caldo-fronte freddo” vista poco fa.

 

Passiamo ora ad osservare l’evoluzione del giorno seguente, dato che ha mostrato sfaccettature interessanti.

Tra il tardo pomeriggio e la serata si sono sviluppate alcune celle temporalesche tra milanese, bergamasco e novarese…

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Tali celle, oltre ad assumere connotati decisamente oltre le attese (soprattutto per quanto riguarda la grandine) hanno assunto un movimento particolare che ha dettato alcuni “sospetti”: data la presenza di correnti occidentali alle medie quote ci si attendeva un movimento corrispondente anche di tutto il sistema temporalesco, il quale invece si è mosso da S/E verso N/W.

Supercella? Mesociclone? Niente di tutto ciò…vediamo perchè.

Dunque, le correnti in quota erano si occidentali, ma di debolissima intensità:

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Ogniqualvolta si verifica una condizione del genere in presenza di convezione, le celle temporalesche tendono a muoversi secondo le “regole” dei bassi livelli della colonna atmosferica, vengono perciò guidate dai venti al suolo o degli strati poco superiori ad esso (indicativamente fino ai 1500metri).

Non ci resta, quindi, che osservare il setup alle medie-basse quote.

A 850hPa notiamo l’ingresso di una linea secca da Sud, la quale ha avuto due ruoli:

1) incrementare il CAPE sulla media pianura, area nella quale si sono sviluppate le celle

2) “trascinare” verso Nord i temporali, in quanto l’azione dei venti a questa quota e più in basso ha sopraffatto l’azione dei venti alle alte quote

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Ecco la situazione al suolo, che vede anche qui l’ingresso di venti meridionali:

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Ecco quindi svelato il motivo per il quale le celle, pur avendo le incudini orientate verso E/NE (in accordo con la direzione dei venti a 500hPa) si siano mosse verso N/W: questa volta la level guide effettiva non era a 500hPa ma ben più in basso, intorno ai 1000 metri di quota.

martedì 14 aprile 2009

Giovedì 16 Aprile: prima occasione temporalesca della stagione 2009

L'avvicinamento di una circolazione depressionaria da Ovest dovrebbe garantire un'instabilizzazione della colonna atmosferica...vediamo più nel dettaglio cosa ci attende.


La depressione in questione ci interesserà già da Mercoledì sera, e porterà un peggioramento più deciso fino al mattino di Giovedì. Ma ciò che a noi interessa è il pomeriggio sempre di Giovedì, quando sono previste schiarite nel cielo associate ad un discreto setup termodinamico della colonna.

Tra le 12z e le 18z, infatti, i modelli mostrano un rapido incremento di vorticità a tutte le quote in concomitanza con l'ingresso di aria più fredda a 500hPa che aiuterebbe non poco a destabilizzare l'atmosfera.

 

Ecco infatti che si prevede un discreto aumento dell'energia disponibile (CAPE):

 

Piemonte e Lombardia occidentale, trovandosi sul lato posteriore della jet-stream legata al vortice depressionario, vedranno incrementare anche i parametri dinamici riguardanti l'instabilizzazione della colonna atmosferica. Ecco infatti il Total Totals che dovrebbe portarsi su valori piuttosto elevati:

 

Restano da valutare altri 2 fattori: il profilo dei venti alle basse quote e la reale probabilità di schiarite soleggiate nelle prime ore del pomeriggio. Se il secondo fattore resta tutt'oggi imprevedibile con una certa attendibilità, il primo si può andare ad analizzare seppur senza entrare nei dettagli data la complessità che regna in Pianura Padana quando si parla di ventilazione alle basse quote (causa orografia).

A 925hPa ad oggi si prevede un'ottima vorticità, con venti sud-orientali che teoricamente offrirebbero un buon shear alle eventuali celle temporalesche:

 

Anche al suolo si presenterebbe una ventilazione moderata da E/SE che nel tardo pomeriggio verrebbe sostituita dall'ingresso di venti meridionali; tale evoluzione è abbastanza frequente sulla Pianura Padana occidentale e, a volte, fa da trigger (grazie alla convergenza dei venti) allo sviluppo degli updrafts. A volte, però, si ottiene un effetto stabilizzante su gran parte della pianura con la convezione che viene favorita solo a ridosso delle Prealpi.

 

Insomma, ad oggi il quadro nel suo complesso è secondo me buono, ci sono concrete possibilità di temporali nel pomeriggio-sera di Giovedì. Bisogna tenere conto, però, delle varie modifiche che da qui a 48 ore possono presentarsi.

Vedremo ;-)