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sabato 12 aprile 2008

Quando si dice che un modello è affidabile...

Nel tardo pomeriggio e nella serata di ieri alcuni temporali hanno colpito l'area che va dal comasco al bresciano, colpendo maggiormente lecchese e bergamasco. La previsione pressochè perfetta del modello LAM Moloch ci permette, A POSTERIORI, di capire esattamente quale è stato il trigger per quei fenomeni temporaleschi.

I temporali in questione si sono generati innazitutto grazie alle parziali schiarite che hanno interessato le aree in questione. Ecco un'animazione satellitare nel canale Visibile che mostra la genesi delle celle temporalesche nei pressi delle prealpi bergamasche e bresciane in un'area intorno alla quale la nuvolosità risulta meno compatta:



Tentando di analizzare più nel dettaglio la situazione, ecco che possiamo trovare nelle mappe di previsione del modello MOLOCH la risposta che a noi serve:



Si nota come nelle aree dove si sono concentrate le celle temporalesche sia presente una Theta E a 850hPa maggiore, fenomeno incentivato anche dall'azione di aria più secca in discesa da S/W dall'appennino.

Ecco invece la mappa più interessante, quella dei venti al suolo:



Il trigger che ha permesso la continua rigenerazione di temporali, anche intensi, in loco è stata proprio quella linea di convergenza che si è andata ad attivare in seguito allo scontro tra venti da S/W e venti più umidi da S/E.



L'animazione radar rispecchia fedelmente la mappa appena postata: il nucleo temporalesco sul comasco segue le correnti da S/W, quello nei pressi del Lago d'Iseo segue invece le correnti da S/SE. Insomma, si potrebbero tranquillamente sovrapporre il radar con la previsione di MOLOCH.



E' giusto precisare che ci sono stati anche altri fattori che hanno permesso la genesi di temporali in quell'area in particolare, ma senza dubbio l'innesco è la rigenerazione delle celle è stata la convergenza al suolo appena vista.

Si tratta di un altro caso nel quale a posteriori risulta apparentemente facile capire le cause che hanno caratterizzato la dinamica temporalesca...ma la domanda è sempre la stessa: in fase di previsione, osservando quella mappa di previsione, saremmo stati convinti che sarebbe poi stata determinante per la formazione di temporali (presupposto che la mappa poi si fosse realmente verificata) ?

La mia risposta è no...e questo fa capire come sia estremamente difficile riuscire a prevedere non solo la formazione dei temporali, ma addirittura la loro locazione.
Ma anche questo episodio non fa altro che aumentare il bagaglio di conoscenza che ci servirà in futuro...permettendoci di farci fregare sempre di meno ;-))

ciao ragashish


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