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lunedì 19 maggio 2008

Un MIX tra Satellite, Mappe e Vista per una breve analisi delle possibilità convettive

Ho messo un breve articolo sull'evoluzione di oggi pomeriggio, che ha visto un pattern tipico da "EST", sia sulle mappe che visivamente.

Quest'oggi su gran parte della Pianura Padana il cielo era molto variegato, con numerose tipologie di nubi. Sostanzialmente, due erano le classi: nubi alte e nubi cumuliformi. Queste ultime nel loro sviluppo sono state "frenate" da un poderoso stato di inversione presente in quota.

Questo strato di inversione si è generato da due fatti concomitanti:

1) avvezione calda in quota
2) iniezione di aria più secca (fenomeno abbastanza classico in presenza di correnti da Est nei medio-bassi strati).

L'aumento termico alla quota di 500hPa è ben visibile da questa mappa BOLAM:



Ecco invece lo strato secco ben visto dal modello NMM (osservate le quote intermedie):



Tutto questo è stato ovviamente rilevato dal radiosondaggio di Milano-Linate delle 12z, dove risulta lampante lo strato secco alle quote già citate - netto e brusco il cambio di direzione della curva del dew-point:



Visivamente, questo pomeriggio, era ben chiaro lo sviluppo cumuliforme "bloccato" alla quota dello strato più secco individuabile dalla presenza di nubi cirriformi - derivanti in gran parte dall'aumento termico che abbiamo visto prima.

La seguente foto l'ho scattata intorno alle 18 e si nota bene l'attività cumuliforme nelle medio-basse quote sbarrata dai cirri e cirrostrati in scorrimento alle quote più alte con movimento Sud-Nord:



Tutto l'ambaradam fin qui descritto si osserva per bene anche dalla moviola satellitare nel canale VISIBILE (osservate le nubi alte in movimento da Sud a Nord mentre, al di sotto di esse, i tentativi di cumulogenesi in scorrimento da Est a Ovest seguendo la level guide di quelle quote):




Quest'oggi, quindi, lo stesso strato di inversione ha avuto il ruolo di EL, ossia ha costituito la quota alla quale lo sviluppo convettivo va ad arrestarsi generando le cosiddette "incudini". La relativa bassa estensione delle nubi cumuliformi non ha però compromesso del tutto le chance di temporali dato che il setup termodinamico ha permesso in ogni caso il mantenimento di una certa energia potenziale (CAPE), che - seppur su valori nell'ordine dei 300/400j/kg - è bastato a dare vita a qualche piccola cella temporalesca anche sulle aree pianeggianti.

CIAO!



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1 commento:

stefanopennini ha detto...

ciao,andrea! ..io oggi pomeriggio ero in viaggio e stavo attraversando l'emilia romagna ,poco dopo bologna ho beccato in autostrada un bel rovescio improvviso con goccie enormi che riducevano la visibilità ;la cella era piccola infatti l'estensione doveva essere di 3-4 km , poi appena passata di colpo in un secondo tutto asciutto .se saltava il tappo oggi poteva fare dei bei temporaloni !